Rione Amedeo, da pescatori a nobili


DaDa zona pescatori a rione d’elite

Piu volte, in tante antiche immagini, abbiamo ammirato la bellezza e la dolcezza della spiaggia che formava la riviera di Chiaia nel periodo in cui il mare lambiva le case dei pescatori poi man mano sostituite da  palazzi di ben altra fattura.(fig. 1)

L’antica  riviera, nonostante le sue immagini di natura semplice e povera,  non racconta solo della presenza di un misero popolo di pescatori ma la zona, la parte al di sopra delle case che costeggiavano la spiaggia, già intorno al XVI secolo era luogo di svago e vacanza per i nobili della città, come testimoniano le residenze realizzate o ristrutturate in seguito da importanti architetti del periodo.(fig. 2)

Per secoli la zona crebbe senza nessuna regola ma sempre con la costruzione di numerosi palazzi nobiliari alcuni ormai persi ed altri ancora esistenti.

Nel 1859 si presentò un progetto di ristemazione della zona che verrà attuata solo nei decenni successivi, grazie al piano di Risanamento e Ampliamento e all’intervento urbanistico voluto dai Savoia, con l’apertura a taglio di Via dei Mille nel 1885 e di tante altre vie. (Fig.3)

Nell’ambito del nuovo quartiere finalizzato ad urbanizzare la fascia tra il corso Vittorio Emanuele e il borgo originario di Chiaia venne realizzata anche la via del parco Regina Margherita.(fig.4) In realtà il progetto originario del nuovo quartiere prevedeva una destinazione esclusiva a verde per la fascia tra il corso Vittorio Emanuele e piazza Amedeo, ma poi venne adibita a zona residenziale e la chiamarono via del Parco Margherita.

Fin dall’inizio si prefigurò tuttavia una edificazione meno intensiva, con edifici di altezze decrescenti man mano che da piazza Amedeo si sale verso il corso Vittorio Emanuele.

In seguito alla nascita di quelle che oggi vengono definite vie d’élite della città partenopea: via Filangieri, via dei Mille, via Vittoria Colonna e via del Parco Margherita, in quest’ultima strada fu voluto il palazzo Villa Maria,(fig.5) nato con lo scopo di ospitare i numerosi ricchi stranieri che la città ospitava nel corso della seconda metà dell’Ottocento.

Nato come hotel nel 1901, il palazzo è stato poi destinato a sede della scuola svizzera e successivamente ad abitazioni private.

In seguito nella via del Parco Margherita, a poca distanza da piazza Amedeo venne aperta la Funicolare di Chiaia (fig.6) che collegava il nascente rione residenziale del Vomero con il quartiere di Chiaia.

Nei primi decenni del XX secolo il rione visse una vita alquanto felice (collegamenti con la Metropolitana alla Stazione centrale, la fermata (fig.7) entrò in servizio il 20 settembre 1925, con l’attivazione della tratta ferroviaria da Pozzuoli Solfatara a Napoli), ma subito dopo il secondo conflitto mondiale, nel periodo di ricostruzione, le forti speculazioni edilizie sostituirono numerosi palazzi risalenti dal periodo liberty a quello barocco con edifici in calcestruzzo
.
Un altro grande edificio è ancora esistente e si affaccia maestosamente sull’attuale piazza Amedeo e che dal1899 ospita l’istituto Sacro Cuore.(fig.8)

Fondato dalle religiose delle Società del Sacro Cuore, congregazione internazionale fondata da Santa Maddalena Sofia Barat nel 1800, molte fanciulle di nobili famiglie italiane e napoletane hanno frequentato il Sacro Cuore e tra queste si annoverano  la Regina del Belgio, Paola Ruffo di Calabria e l’imperatrice del Giappone Michiko.

Inizialmente esclusivamente femminile, comprendeva una scuola materna, elementare, media e un liceo classico. Accanto, seguendo l’ispirazione della Fondatrice, c’era un scuola per alunne meno abbienti.

Nel 1968 l’Istituto Sacro Cuore, a seguito della crescita degli studenti, si trasferì nell’attuale sede di Corso Europa, 84, appositamente edificata ad uso scolastico

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