“Il lungomare piu bello del mondo”, natura o manipolazione?

Il napoletano ama definire il suo lungomare:-  “Il più bello del mondo”.

Non so se sia vero, non ho viaggiato molto e non saprei paragonarlo ad altri, ma una cosa è sicura, da qualsiasi parte lo si guardi, riempie gli occhi di piacere.

Ma quale sarà la caratteristica per cui si arroga il primato di “più bello del mondo”?
La sua bellezza è tutta naturale o c’è della manipolazione umana nella sua immagine?

In effetti la sua forma non è sempre stata cosi e, specialmente negli ultimi secoli, ha subíto molte modifiche che hanno dato luogo a profondi cambiamenti ma, nonostante tutte le trasformazioni, la sua fama non è cambiata, e lo dimostrano le migliaia di immagini tra dipinti e foto, che lo ritraggono in tutte le epoche e da ogni angolazione senza mai diminuire il suo fascino.

In una antica rappresentazione pittorica, tra il 1500 e il 1600, viene mostrato un brevissimo lungomare che inizia poco oltre il futuro “largo Torretta” (ancora non esistente), prosegue per l’attuale Riviera di Chiaia quando ancora era libera spiaggia di pescatori, e termina ad altezza di via Calabritto (chiaramente anche questa non ancora esistente).

Da piazza Vittoria partivano le mura perimetrali della città che rasentavano la linea di costa fino al Maschio angioino separando dal mare tutta la zona che in seguito sarà occupata da Santa Lucia e il Chiatamone, pertanto non esisteva ancora, in quel tratto, alcun lungomare cittadino.

Quasi un secolo dopo, nel 1650, le immagini artistiche del lungomare si impreziosiranno della spiaggia di Mergellina e mostreranno, in più, (ma esisteva anche prima) l’isolotto di San Leonardo ubicato giusto al centro della riviera di Chiaia.

È difficile immaginarlo, ma al di sotto della rotonda Diaz esiste, ormai seppellito, un isolotto con tanto di chiesa realizzata come ex-voto nel 1028 dal castigliano Leonardo d’Orio, scampato ad un naufragio, ed un borgo formato da facinorosi e pirati, dalla rocambolesca e tragica storia. Ma di questo ne parleremo in un prossimo racconto.

Non siamo ancora giunti al 1700 che il nostro bellissimo e immortale lungomare già è un ricercato soggetto di pennellature di pittori provenienti da tutto il mondo e, da qualsiasi parte e direzione mettano il loro cavalletto, risulteranno sempre opere con immagini uniche.

A fine 1600 una mappa della città comincia a mostrarci la nascita di insediamenti sulla linea costiera di Posillipo, anche se ancora in assenza di una strada costiera che li colleghi al centro urbano.

Il “rione Sanita” e i suoi tesori

 

Intanto in quel di Mergellina, da poco inseritasi nella visuale panoramica del golfo, nel XVII secolo comincia a prendere vita un borgo di pescatori i quali saranno, da lì a oltre un secolo, i genuini abitanti “indigeni” della omonima spiaggia, fin quando una forsennata “colmata” la inghiottirà nel nome della civiltà e dell’ urbanizzazione.

Nello stesso periodo, un altro elemento comincia a prendere vita sui dipinti, diventando uno stupendo caposaldo per tutti gli artisti, la “Torretta”, realizzata nel 1564 in funzione di avvistamento e presidio militare in seguito a tragiche incursioni saraceni.

La linea costiera al di là di piazza Vittoria, resta ancora frammentata e impraticabile al cittadino, ma si arricchisce di costruzioni militari come i due bastioni di pizzofalcone denominati “Crocelle” e “Santa Lucia”, e costruzioni abitativi come il borgo di Santa Lucia, fino ad allora piccolo caseggiato.

Tra il 1700 e il 1800, all’ immagine della torretta, si affianca quella della “Villa Reale”, che Alexander Dumas definirà in seguito:-… senza dubbio la più bella e soprattutto la più aristocratica passeggiata del mondo.»

Essa occuperà gran parte della riviera di Chiaia, ma questo risulterà un fattore positivo poiché il mare, non avendo ostacoli, arrivava fin sotto le case allora esistenti e le forti mareggiate causavano ingenti danni e grosse difficoltà; ma nonostante la realizzazione del “Real Passeggio”, il mare era ancora lì, appena dopo la villa ed ancora a disposizione dei pescatori.

Tutti questi elementi elencati e descritti, sorti nei secoli senza alcun collegamento l’uno con l’altro, e senza alcuna pianificazione umana, formarono un insieme che suggerì centinaia di dipinti pre-1800, creati da artisti di tutto il mondo.

Grazie a queste numerose opere, siamo ora a conoscenza della metamorfosi del lungomare avvenuta secolo dopo secolo; difficile indicare quale sia stato il periodo più affascinante del golfo.

Suor Giulia e la carità carnale (video)

Ma, improvvisamente, tutto cambia, l’uomo impara a manipolare profondamente l’ambiente e intuisce che questo potrebbe portare grossi vantaggi economici sia negli appalti dei lavori, sia per la concessione di nuove terre urbane di altissimo valore, offerte a palazzinari senza scrupoli che si approprieranno e distruggeranno la natura in nome del “Dio Denaro”.

Ed ecco che il vecchio profilo del nostro antico golfo viene modificato, nel 1869 vengono avviati dei lavori di riempimento del mare che, in piu riprese, darà modo alla città di espandersi verso l’esterno.

Con i primi lavori di colmata, verrà sepolta quello che rimane della spiaggia della Riviera di Chiaia dopo la costruzione della Villa Reale, allontanando ormai anche essa definitivamente dal mare.

Fra loro verrà interposta la prima parte del futuro lungomare napoletano, quel tratto che verrà denominato via Francesco Caracciolo, dedicato all’ammiraglio borbonico passato ai giacobini durante la repubblica napoletana.

I “Quartieri Spagnoli”

Nel 1883, il riempimento verrà prolungato collegando piazza Vittoria con castel dell’Ovo, dando luogo cosi ad un nuovo tratto di strada denominata via Partenope, in onore delle origini della città, la sirena che si lasciò morire proprio su quella terra che ora stavano seppellendo.

Passeranno altri 10 anni e anche la panoramicissima via Santa Lucia perderà il contatto con il mare, al suo posto, sulla colmata, verrà costruito un rione con decine di enormi palazzi, e il tratto adiacente di lungomare prenderà il nome di via Nazario Sauro, ammiraglio e patriota istriano che si evidenziò nella prima guerra mondiale contro le navi austriache.

Con la successiva costruzione di via Cesareo Console, detta inizialmente “panoramica”, dalla Riviera di Chiaia si potrà comodamente e in poco tempo arrivare sia al Largo del Plebiscito che al porto tramite via Acton.

I “Ponti Rossi”, come distruggere un manufatto bimillenario

Anche per la collina di Posillipo, che nel frattempo diventava una splendida realtà abitativa dove tanti ricchi possidenti costruiranno le loro ville, nacque l’esigenza di realizzare una strada che collegasse la collina al centro della città.

La strada collinare fu così innestata al nascente lungomare ma, per realizzare questo, negli anni 30 del 1900, si dovette sacrificare anche l’ultima spiaggia ancora esistente.

I lavori della colmata seppelliranno, per sempre, la spiaggia dei pescatori di Mergellina; non piu barche, non piu reti o donne che le cuciono o le riparano, non piu scugnizzi festanti nelle limpide acque, al loro posto una striscia di asfalto che, insieme al largo Sermoneta, adornato dalla fontana del Sebeto, dal 1635 posizionata tra Santa Lucia e l’arsenale, completarono il profilo della nuova linea costiera urbana napoletana.

Fino al 1870 circa, tutti i cambiamenti avvenirono occasionalmente, senza alcuna intenzionalità dell’uomo, come un tacito accordo tra napoli e la natura, ogni cambiamento era spontaneo e unico, volto sempre al miglioramento del panorama del lungomare.

La nascita di “Piazza del Gesu nuovo”

Da fine secolo XIX, l’uomo se ne impossessa completamente manipolando e stravolgendo la natura a suo completo piacimento e interesse.

Ci piace sempre ricordare che i nostri avi greci, scelsero di fermarsi sulle nostre terre perche affascinati dal luogo, e lungimiranti, immaginarono che niente e nessuno sarebbe riuscito a distruggere tale bellezza.

Per questo la città di Napoli, grazie alla sua naturale conformazione fisica, riesce ad assorbire la distruzione della sua natura, e anche dopo lo scempio più completo della sua costa, ne esce indenne continuando ad essere ancora uno dei più bei lungomari al mondo, immortalato in qualsiasi ora del giorno e della notte, con scatti fotografici che evidenziano ancora la sua immortalità.

Palazzo Caracciolo di Santobuono

 

Il complesso del “Carminiello ai mannesi”

 

Il Duomo di Napoli – La storia a strati

Quando il mare bagnava Napoli – Il porto di Neapolis

Il mare circondava Pizzofalcone

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