Origini e cause della colmata di via Caracciolo

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La colmata di via caracciolo ha cause ed origini molto lontane risalenti al 1500 circa quando Don Pedro de Toledo cominciò a promuovere l’area della Riviera di Chiaia avviando numerose costruzioni aristocratiche dalla Torretta fino a Santa Lucia a cui seguì la nascita di numerose osterie diventando la meta preferita dei napoletani durante le sere d’estate.

   Nel 1697 la Riviera di Chiaia venne parzialmente pavimentata e ornata di tredici fontane, di sedili e di un doppio filare di alberi;  tra il 1778 e il 1780  Ferdinando IV di Borbone decise di realizzarvi un grande giardino pubblico, la Villa Reale che venne ancora ampliata nel 1807 con alberi e viali e con un radicale intervento di rettifica della Riviera.

   Come conseguenza a questi continui stravolgimenti e ampliamenti, a metà secolo XIX fu individuata l’area da modificare per un maggiore accoglimento delle migliorie già apportate e ancora da apportare.

   I limiti furono identificati tra Mergellina e l’area tra la salita del Gigante (l’odierna via Cesario Console) e il Chiatamone, nel 1858 venne presentato un progetto che prevedeva il riempimento della spiaggia, l’ampliamento della Villa Comunale e la costruzione di una nuova fascia di palazzi lungo la strada.

   Approvato dalla giunta comunale, il progetto fu ripreso  il 1869 con la realizzazione di una banchina che da Santa Lucia, sviluppandosi parallelamente al via Chiatamone, si congiungeva alla banchina già iniziata per conto del Municipio, costruendo un’ampia strada sul mare per tutto il tratto.

   Inoltre, con una colmata a mare e con un notevole ampliamento della Villa Comunale, tra piazza Vittoria e Mergellina venne realizzata via Caracciolo fornita di un piccolo porticciolo per marinai a compensazione della perdita della spiaggia.

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