Nel 1339 iniziò la costruzione di una delle piu belle e antiche chiese di Napoli, San Giovanni a Carbonara, grazie alle donazioni del patrizio napoletano Gualtiero Galeota che donò all’ordine religioso alcuni suoi lotti di terra destinati in epoca medievale allo scarico dei rifiuti inceneriti che, tramite lo scorrimento dei fiumi, confluivano poi in mare, da ciò la derivazione della contigua via Carbonara.
Alle spalle del complesso religioso di San Giovanni a Carbonara si sviluppò contemporaneamente un convento agostiniano che si allungava sino a via Foria inglobando in origine anche due torri aragonesi facenti parte del perimetro difensivo della città di cui è parte anche la vicina Porta Capuana.
Gli anni d’oro del convento agostiniano durarono fino alla soppressione dell’ordine avvenuta durante il periodo austriaco, intorno al 1729, quando gran parte degli ambienti che lo componevano furono poi destinati a uso militare.
Dapprima ospitò nel periodo borbonico la scuola militare, un collegio destinato ai figli dei militari distintisi per le loro azioni, poi accolse due reggimenti di fanteria e in seguito il Reggimento Real Marina.
L’uso a mo’ di caserma durò anche dopo l’Unità d’Italia, acquisendo la denominazione di caserma Garibaldi.
Già “quartiere militare di San Giovanni a Carbonara”, esso sorge all’angolo tra via Foria e via Cesare Rosaroll oggi prolungamento dell’originario corso Garibaldi.
Come già descritto, nella struttura furono inglobate anche le due torri che univano le mura difensive l’una proveniente da porta Capuana e l’altra in proseguimento verso porta San Gennaro, la Torre “San Giovanni” e la torre “del Salvatore”.
Il tratto di mura tra le due torri fu sostituito da un nuovo corpo di fabbrica che costituisce la facciata principale della caserma.
Oggi la parte del convento occupata dall’ex caserma Garibaldi e dal chiostro Nuovo ospita gli uffici giudiziari.
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