La via, la rampa e il ponte di Chiaia

DA “RIGAGNOLO MALFAMATO” A “TEMPIO DELL’ ELEGANZA”

Nel XVI secolo ancora non esisteva ancora il Palazzo Reale, non esisteva la chiesa di San Francesco di Paola e tanto meno vi era Piazza del Plebiscito, quindi neanche largo di palazzo e il foro regio.

Napoli, il Largo di Palazzo (attuale Piazza del Plebiscito), prima della sua sistemazione (lavori iniziati nel 1809).

Immaginate la zona, un grande largo in terra battuta e di forma irregolare, fuori la porta aragonese occidentale di Santo Spirito (nei pressi di piazza Trieste e Trento)  dove erano localizzati i tre grandi complessi conventuali angioini: della Croce e della Trinità, di Santo Spirito e di San Luigi, demoliti in seguito per far posto agli odierni storici edifici.

 

Napoli, il Largo di Palazzo (attuale Piazza del Plebiscito), prima della sua sistemazione (lavori iniziati nel 1809). Sul lato sinistro della veduta si vedono una serie di edifici ecclesiastici sostituiti poi dal complesso di San Francesco di Paola. Da notare a sinistra la rampa del Convento della Croce e le facciate dei conventi di San Luigi di Palazzo e di Santo Spirito. Sulla destra vi è la ” Fontana del Gigante “. Opera di van Wittel

La Riviera di Chiaia era a due passi, vicinissima, si doveva solo oltrepassare la collina di Pizzofalcone e si era lì, sulla spiaggia ancora libera di Chiaia, dove ancora tra mare e abitazioni non vi era nemmeno la villa Reale, infatti per quest’ultima bisognerà aspettare ancora poco più di un secolo.

 

La riviera di Chiaia ancora senza la Villa Reale

Da “Largo Palazzo” per arrivare in quello che in seguito verrà finalizzato il lungomare piu bello del mondo, vi era la strada di Chiaja , a quei tempi poco piu di un sentiero da cui aveva inizio l’antichissima via Puteolana verso i Campi Flegrei.

Questo era poco più di un sentiero e si inoltrava tortuosamente lungo l’alveo naturale esistente tra il monte Echia di Pizzofalcone e l’altura di San Carlo alle Mortelle.

Nel 1539, Don Pedro de Toledo ebbe l’idea di allargare la strada per creare un più agevole collegamento tra la residenza vicereale che andava realizzandosi in piazza del Plebiscito la riviera di Chiaja.

 

Il Ponte di Chiaia (prima dell’abbattimento delle sue rampe avvenuto nel 1834)

Nello stesso periodo fece costruire, su via Chiaia, il Pendino di Chiaja, una rampa che collegava la via con la zona sovrastante di Pizzofalcone e così, in seguito, questa rampa verrà descritta:

”Una sconcia e meschina rampa menava dalla via di Chiaia alla Piazza di S. Maria degli Angeli, alla metà di essa era un grosso Crocifisso, uno di quelli messi per lilluminare le vie, davanti al quale di notte s’accendea un lumicino.

Finiva nella parte superiore con una vòlta bassa ed oscura, piena di sudiciume e di lordure, alle pareti della quale erano dipinte delle figure rosse, forse le anime del Purgatorio.
Un continuo rigagnolo di acque impure scorreva sul malconnesso selciato e lo rendeva oltremodo sdrucciolevole: degli accattoni stanziavano innanzi al Crocifisso e sotto la vòlta bassa.

 

Il Ponte di Chiaia a via Chiaia, il 4 di maggio (giorno di traslochi)

Scarsamente illuminata, la notte era malsicura perché frequentata dai ladri, case e botteghe umide ed ignobili erano tanto sulla rampa, che sotto di essa.

Ma risolto il problema della realizzazione di Chiaia lungo l’ex rigagnolo che univa il palazzo Vicereale con la Riviera, Monte di Dio e Pizzofalcone ormai diventati centri urbani,  restavano scollegati l’uno all’altro.

 

Il Ponte di Chiaia visto da Franz Alt

Fu il Viceré Manuel Zunica y Fonseca conte di Monterey che,  volendo facilitare le comunicazioni necessarie alla sociabilità ed alla comodità di tutti i cittadini, ordinò la costruzione di un ponte, che unisse le due parti della città così vicine e tanto divise tra loro, e nel 1636, fu costruito (a spese dei residenti) il ponte Monterey (in seguito ponte di Chiaia) in pietre e mattoni.

Dopo aver resistito per oltre 2 secoli,  Ferdinando II di Borbone, nel 1834, accertata la presenza di lesioni che ne compremettevano la staticità, dispose l’abbattimento della rampa che venne sostituita con un torrino di scale in cui in seguito verrà inglobato l’ascensore tutt’ora esistente.

 

Via Chiaia con Ponte di Chiaia. Foto di inizi ‘900.

E così che un semplice alveo che raccoglieva acqua piovana e fogna in una zona mal frequentata e malsana, diventava la piu ricca ed elegante strada di Napoli.

 

 

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