Una foto anni ’30, chiarissima e di grande effetto emotivo, al centro è “piazza Piedigrotta” antistante la stazione metropolitana della linea 2 di Mergellina, da destra proviene “via Piedigrotta” in prosecuzione della “Riviera di Chiaia”, di fronte ha inizio la salita del corso Vittorio Emanuele, a sinistra ha inizio la “salita della Grotta” che porta all’ingresso della “Galleria 4 Giornate”, infine alle spalle del fotografo non vista vi è la “Salita Piedigrotta” proveniente da piazza Sannazaro e via Mergellina.
La stazione inquadrata inizialmente fù denominata “di Chiaia” ed entrò in servizio il 20 settembre 1925, due anni dopo, nel 1927, assunse la denominazione di “Napoli Mergellina”.
La realizzazione del Corso Vittorio Emanuele avvenne verso il 1850 e fu fortemente voluto dal re di Napoli Ferdinando II con l’intento di poter avere un asse viario che mettesse in diretto collegamento due parti della città poste agli opposti e, soprattutto, che collegasse in modo facile e agevole la città bassa col nascente quartiere del Vomero.
I progetti per la sua realizzazione divisero la strada in tre tronconi: il primo andava da Piedigrotta al convento di Suor Orsola Benincasa, il secondo da qui fino all’Infrascata (dal 1869 chiamata via Salvator Rosa) e infine il terzo, mai realizzato, sarebbe dovuto proseguire fino a Capodimonte.
La nuova strada, che fu chiamata Corso Maria Teresa in onore della regina, fu tracciata il 6 aprile 1853 e il primo troncone fu completato nel 1860, poco prima dell’unità d’Italia.
Ultima doverosa annotazione storica è riferita alla galleria “Quattro Giornate” costruita tra il 1882 e il 1885 per necessità di un nuovo traforo che collegasse Napoli alla zona Flegrea.
Venne scavata sotto la collina di Posillipo, proprio accanto alla Crypta Neapolitana, inizialmente chiamata “Grotta Nuova”, poi detta Galleria 1884 in quanto inaugurata in quell’anno, ponendo in disuso il tunnel di epoca romana.
Nel 1936 il traforo fu nuovamente battezzato con il nome di Galleria IX Maggio e, al termine della seconda guerra mondiale, il tunnel assunse il titolo commemorativo delle Quattro Giornate di Napoli.
Purtroppo sulla sinistra non è visibile la chiesa di Santa Maria di Piedigrotta di cui però se ne vede la recinzione.