Il Banco di Napoli

Il Banco di Napoli è stata una delle più importanti e più antiche banche del mondo; le sue origini risalgono ai cosiddetti banchi pubblici dei luoghi pii, sorti a Napoli tra il XVI e il XVII secolo, e in particolare a un monte di pietà, il Banco della Pietà, fondato nel 1539 per concedere prestiti su pegno senza interessi da tre nobiluomini napoletani, Aurelio Paparo, Gian Domenico di Lega e Nardo di Palma Castiglione.

Napoli, via Toledo – Palazzo delle Finanze (alle spalle di Palazzo San Giacomo). Abbattuto per edificarvi il Banco di Napoli (1939)

Tale istituzione nel 1584 aprì una cassa di depositi, riconosciuta da un bando del viceré di Napoli nello stesso anno, alcuni studiosi ne fanno risalire le origini al 1463, quando la Casa Santa dell’Annunziata già operava a Napoli, e questa data di fondazione renderebbe il Banco di Napoli la più antica banca al mondo in continua attività sino al 2018.

Altri sette istituti simili vennero successivamente fondati in Napoli tra il 1587 ed il 1640:

  • Banco dei Poveri (1563);

    Banco della Santissima Annunziata (1587);

    Banco del Popolo (1589);

    Banco dello Spirito Santo (1590);

    Banco di Sant’Eligio (1592);

    Banco di San Giacomo e Vittoria (1597);

    Banco del Salvatore (1640).

Dopo circa due secoli di attività indipendente tra di loro, nel 1794 un decreto di re Ferdinando IV di Napoli portò all’unificazione degli otto istituti esistenti in un’unica struttura che viene denominata Banco Nazionale di Napoli.

Seguendo i cambiamenti politici che hanno caratterizzato il XIX secolo a Napoli e nell’Italia meridionale, anche il Banco di Napoli muta denominazione e struttura.

Passando dal regno dei Borbone a quello di matrice napoleonica, il re di Napoli Gioacchino Murat tentò di trasformare il Banco in una società per azioni analoga alla Banca di Francia e crea il Banco delle Due Sicilie, destinato ad avere le stesse funzioni attraverso la Cassa di Corte e la Cassa dei Privati.

Con i moti rivoluzionari del 1849 perse le agenzie siciliane che fondano il Banco dei Reali Domini di là dal Faro,futuro Banco di Sicilia.

Nuovi cambiamenti avvengono nel 1861 con l’unità d’Italia, mutamenti che segnano la nascita della denominazione Banco di Napoli, che sarà preposta all’emissione della moneta del Regno d’Italia per sessantacinque anni.

Nel tempo sono cambiate anche le sedi della banca, che, dall’originaria sede del Monte di Pietà sita in via San Biagio dei Librai, in pieno centro storico di Napoli, a partire dal secolo XIX trova la sua finale collocazione nel nuovo Palazzo del Banco di Napoli in via Toledo.

Si avvia l’espansione dell’istituto, con la creazione di una cassa di risparmio, successivamente incorporata, e con l’apertura delle prime filiali fuori dall’area meridionale, in particolare a Firenze (1867), Roma (1871) e Milano (1872).

Risale inoltre a questo periodo la creazione di una sezione di credito agrario, che ebbe primaria importanza nel finanziare lo sviluppo dell’agricoltura nell’Italia meridionale e la sua specializzazione nelle colture viticole ed agrumicole.

Un’altra svolta storica per l’istituto avviene nel 1901, quando viene avviata la prima attività all’estero: un ufficio a New York per agevolare le rimesse degli emigranti, trasformato in agenzia a tutti gli effetti nel 1909.

Dopo essere stato per molti anni anche istituto di emissione, il 6 maggio 1926, a seguito del passaggio della funzione alla Banca d’Italia, assume la qualifica di istituto di credito di diritto pubblico e anche un maggior ruolo nello sviluppo del Mezzogiorno; in particolare, dopo la crisi del ’29, assume un ruolo importante nel salvataggio delle diverse banche locali nel Sud Italia.

Nel 1931, primo fra le banche italiane, si dota di un proprio ufficio studi per seguire l’economia del proprio territorio creando anche una propria rivista, la Rassegna economica, ancora in essere e oggi gestita dall’Associazione Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, che ha ereditato il patrimonio informativo e di competenze del vecchio Ufficio studi.

Lo status di istituto di diritto pubblico viene mantenuto fino al 1991, quando, in osservanza della cosiddetta legge Amato, viene trasformato in società per azioni, dando origine anche all’Istituto Banco di Napoli – Fondazione, a cui viene trasferito l’importante archivio storico che va dal XV secolo ad oggi.

Il decennio 1991-2002 è stato un periodo molto complesso per il Banco di Napoli, che ha attraversato una fase difficile, con sofferenze pesanti e conseguenti difficoltà finanziarie dovute principalmente alla commistione dei vertici con i poteri politici dell’epoca.

Nel 2006, il Banco di Napoli è stato coinvolto in una fusione con Banca Intesa, un’altra grande istituzione finanziaria italiana.

Questa fusione ha portato alla creazione di Intesa Sanpaolo, una delle principali banche in Italia e in Europa.

L’obiettivo della fusione era quello di creare una banca più forte e competitiva attraverso l’integrazione delle risorse e la diversificazione delle attività.

Questa fusione ha segnato la fine dell’indipendenza del Banco di Napoli come istituto finanziario separato, ma ha contribuito a consolidare il settore bancario italiano e ha portato a una maggiore efficienza nel sistema finanziario del paese.

La storia della città di Napoli in tutti i suoi particolari: Napoli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.