Da Napoli alla chiesa di san Vitale a Fuorigrotta attraverso la Crypta

Per circa 2000 anni, l’unica alternativa al risalire la collina di Posillipo per recarsi da napoli verso Puteoli, fu la galleria denominata “Crypta Neapolitana”.

Pompeo Sarnelli – “Taglio della Grotta di Cocceo”, ossia della Crypta Neapolitana attraverso la Collina di Posillipo, da Mergellina (a sinistra) fino a Fuorigrotta (a destra). Incisione del 1709

   Leggenda vuole che tale galleria sia stata realizzata da Virgilio in una sola notte, con il ricorso alla sua potente arte magica.

   In realtà fu costruita per volere di Marco Vipsanio Agrippa, che avrebbe fatto utilizzare ,secondo altra leggenda, centomila uomini per scavare la galleria in soli quindici giorni.

Abraham Ortelius, “Theatrum urbium” (1657) – Veduta di Napoli, il suo Golfo col Vesuvio e, in primo piano, la Crypta Neapolitana.

   Per secoli si continuò ad utilizzarla e nel 1455 il re di Napoli Alfonso V d’Aragona, per rendere meno ripido il pendio d’accesso da Mergellina, fece abbassare il piano di calpestio di undici metri dalla parte orientale e di un paio di metri dalla parte occidentale.

Napoli – Crypta Neapolitana in un dipinto ‘800esco. Autore sconosciuto. Didascalia: ” con la prima illuminazione”.

   Nel 1548 il viceré don Pedro di Toledo la fece allargare e pavimentare; nel 1748 fu necessario un consolidamento, fatto eseguire da Carlo di Borbone; nei primi anni dell’Ottocento, Giuseppe Bonaparte ordinò un ulteriore consolidamento.

William Pars – La Grotta di Posillipo

   La galleria restò in uso fino alla fine dell’Ottocento, quando fu chiusa per problemi statici, ma nonostante la sua chiusura, la zona al di là della collina continua ad essere chiamata “Fuorigrotta”, ossia “al di fuori della grotta” (in latino foris cryptam).

Giorgio Sommer (1834-1914) “Napoli: Entrata grotta Pozzuoli. L’Eremitaggio”. circa. 1860/1870.

   Nei primi anni del primo millennio, la galleria era utile per raggiungere il “Marcianum“, un villaggio di campagna sorto intorno ad un quadrivio, praticamente un podere, abitato dalla gens Marcia, localizzabile agli inizi della regione vulcanica dei Campi Flegrei.

   Era quella l’antica Fuorigrotta, terra resa fertile dalla cenere eruttata da piccoli crateri sparsi per la valle.

   A metà strada tra Puteoli e Neapolis, vi passava l’antica via collinare detta “Antiniana”, collegata con le colonie greche dei Campi Flegrei.

   Nei pressi della Crypta, lato Fuorigrotta, esisteva dal XIV secolo la chiesa di San Vitale Martire, innalzata sui resti di un’omonima chiesa eretta forse in epoca bizantina e di cui si documenta l’esistenza sin dal 985 ed il suo culto arrivò a Napoli quando la città ed il suo territorio furono un ducato bizantino dipendente da Ravenna.

Napoli Fuorigrotta – Antica chiesa di San Vitale (prima della sua distruzione)

   Dal 1837 ospitò la tomba di Giacomo Leopardi e nel 1897 fu emanata una legge che la dichiarò monumento nazionale stabilendo la ristrutturazione della facciata e del pronao della chiesa.

   I lavori terminarono nell’anno 1900 e il 1902 il monumento sepolcrale di Leopardi restaurato, fu inaugurato.

Lavori di demolizione a Fuorigrotta nel 1939. A destra si vede l’antica Chiesa di San Vitale,abbattuta per facilitare la costruzione di Viale Augusto. La chiesa fu poi ricostruita negli anni ’50 con altro stile, in piazza San Vitale.

   Il nome della piazza antistante la chiesa, piazza San Vitale, fu tramutato in piazza Giacomo Leopardi per omaggiare ulteriormente il poeta.

   Nel 1927 vi fu inaugurata la stazione della direttissima che ancora oggi mantiene il nome originario di Napoli Piazza Leopardi, sebbene la piazza originaria oggi non esista più.

Napoli, Fuorigrotta. “Piazza del Littorio” con la chiesa di San Vitale.

   La struttura religiosa fu infatti demolita nel 1939 per far spazio al nuovo viale Augusto e all’odierna piazza Italia, nell’ambito dei lavori di risanamento dell’intera zona e i resti di Leopardi furono traslati nel parco della tomba di Virgilio il 22 febbraio 1939.

Napoli, Fuorigrotta – Vecchia chiesa di San Vitale (distrutta nel 1939) : tomba di Leopardi nel suo ingresso

   La chiesa fu ricostruita nel secondo dopoguerra, tra il 1952 e il 1954, in un luogo diverso ridando allo spazio antistante il vecchio nome di piazza San Vitale.

    I lavori si protrassero fino agli anni ’60, quando il Comune di Napoli consegnò le chiavi della chiesa il 1º luglio 1963.

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