Piazza Cavour – Largo delle Pigne

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Provenendo da piazza Carlo III, percorrendo via Foria, appena dopo aver scavalcato l’incrocio con via Duomo, la strada comincia ad allargarsi sulla destra da dove partono alcune diramazioni che si inerpicano nel quartiere della Sanità e dei Vergini.

Queste strade erano, alcuni secoli prima, canali torrentizi che versavano acqua piovana e materiale terroso nel largo sottostante.

Questo largo, che ora prende il nome di piazza Cavour (da Camillo Benso conte di Cavour), ai tempi dei primi insediamenti abitativi urbani era noto come Largo delle Pigne per la presenza di pini ed era, come via Foria, un gran collettore di acque piovane che discendevano dalle varie colline fuori le mura.

In fondo visibile la distrutta porta di Costantinopoli vista dall’omonima via. Attraversandola si accedeva su di un ponte che anticamente scavalcava un canalone che aveva come letto l’area attualmente occupata da piazza Caour e via Foria

I primi veri edifici nella zona, verranno costruiti nel XVI secolo, in particolare il Palazzo della Cavallerizza (1580, oggi Museo Archeologico Nazionale) e la zona bassa della Stella, detta le Cavaiole perché vi risiedevano le famiglie di quei della Cava (cioè Cava De’ Tirreni).

Attilio Pratella – Napoli, piazza Cavour con Museo Nazionale sullo sfondo.

Per tutto il XIX secolo, la piazza rimase un luogo senza forma né ordine, nel largo pullulavano casupole, baracche, botteghe di marmisti e altri mestieri all’aperto, ma era anche un luogo ideale per l’allestimento di circhi, fiere ed esposizioni di vario genere.

Piazza Cavour a cavallo dei due secolo XIX e XX. In fondo sono visibili aa destra il Museo archeologico, al centro i portici che fanno da ingresso alla galleria “Principe di Napoli” di li confluisce via Costantinopoli dove vi era sistemata l’omonima porta.

In quel periodo, esattamente nel 1819, a pochi passi da porta san Gennaro, fu costruita la Chiesa di Santa Maria delle Grazie in seguito alle generose offerte elargite in occasione dei funerali di Bruno Amantea, illustre e assai popolare medico di allora, morto il 5 luglio di quell’anno.

Nel suo interno sono conservate opere precedenti alla costruzione dell’edificio, come ad esempio un paio di angeli risalenti al Trecento provenienti da una tomba lavorata dalla bottega di Tino di Camaino e adoperati nella chiesa per reggere le acquasantiere.

Piazza Cavour vista dal basso dove ha termine via Foria e incomincia la piazza. Sulla sinistra l’innesto di via Duomo mentre a destra incominciano le stradine che salgono sui Vergini.

Il largo ora cominciava ad avere una forma urbana e ancora a dimensione umana.

Nel 1870 fu adornata dai giardini che tuttora esistono, ripristinando il verde che era stato rimosso nella figura degli storici pini nel 1730.

Purtroppo la civiltà non è sempre sinonimo di progresso, e se il largo fino a quei tempi, ed anche ad inizio secolo XX, era ancora a misura d’uomo, negli anni cinquanta la grande corsa alla ricostruzione della città partorì la cortina di condomìni sul lato meridionale che letteralmente affossarono la chiesa di Santa Maria delle Grazie.

Un dipinto di A. Pratella che raffigura la parte alta di piazza Cavour vista da via Costantinopoli

I nuovi edifici distrussero la fila di palazzi ottocenteschi la cui bassezza (possedevano massimo due piani) permetteva una visione della superiore collina di Caponapoli (la punta piu alta della Neapolis greca) e delle prime mura greche e vicereali.

Scomparve anche il famoso teatro Partenope, costruito nel 1828 alla sinistra della chiesa di Santa Maria delle Grazie.

Chiesa di Santa Maria delle Grazie e cinema Partenope

La piazza com’è oggi è sempre piacevole e fortunatamente sono salvi e ben tenuti gli alberi che sono al centro per tutta la lunghezza del largo.

Purtroppo con la nuova urbanistica è la storia ad averne avuto la peggio, infatti sulla piazza lungo tutto il lato interno affacciavano le mura greche, vi era la porta Costantinopoli da cui,  dall’omonima via verso l’esterno, si scavalcava il canalone “via Foria” che rasentava l’antica città.

Piazza Cavour e la chiesa di Santa Maria delle Pigne

Vi erano le antiche  mura che fece ampliare don Pedro de Toledo di cui, unica parte superstite, la prima porta di Napoli, porta san Gennaro cosi chiamata poiché attraversandola in uscita dava alle omonime catacombe.

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