UNA STATUA DIVENTATA INGOMBRANTE
Il forestiero che arriva a Napoli, in treno, la prima cosa che noterà sarà l’ enormità e la “spaziosità” (questa forse anche troppa) della nostra piazza principale che accoglie tutti in un mix di culture antiche e contemporanee, popolata da persone quanto mai assortite, caotica e in continua evoluzione.
Punto di raccordo e di snodo in cui si intrecciano una piccola China town, diverse comunità africane e popolazioni dell’Est europeo, senza dimenticare il numero altissimo di passeggeri, studenti, turisti, lavoratori, nullafacenti, che ne fanno la settima stazione italiana per flusso di viaggiatori.
Cosi come le sue caratteristiche, anche il suo nome ha subito diversi cambiamenti.
Nata come piazza insieme alla stazione non poteva che chiamarsi Piazza della Stazione o della Ferrovia” e forse il nome piu amato dai napoletani che l’avevano sempre chiamata “’a piazza r’a stazion” a rammentare la prima ferrovia italiana, la Napoli-Portici, seconda al mondo, inaugurata nel 1839.
Ma dura pochi decenni, a causa di “eventi straordinari” per la gioia di qualcuno e il dolore di altri, nel 1891 le verrà dato il nome di Piazza dell’Unità d’Italia.
Anche questo nome non avrà vita lunga e dopo soli 13 anni, nel 1904 ecco apparire, al centro della piazza, un’imponente statua di bronzo a rappresentare l’eroe dei due mondi, il fautore dell’unità d’Italia, Giuseppe Garibaldi.
Il bronzo si leva su un basamento di piperno, con piedistallo di granito. In basso, ai piedi della statua del generale, si osservano altri bronzi tra cui «Partenope liberata», «Garibaldi acclamato dalla folla» e «L’incontro tra Vittorio Emanuele II e Garibaldi».
Oggi è ancora lì a dominare dall’alto il fulcro centrale della città, li dove tutto arriva e tutto passa, in pochi però ormai si fermano a guardarlo e forse nemmeno lo notano talmente è reso anonimo dallo squallido spazio che ha attorno.
Una volta vi era una elegante recinzione che racchiudeva nel suo spazio un garbato giardinetto che dava a tutto un segno e un simbolo di eleganza.
Forse l’eleganza non conta piu poiche’ si è ormai convinti che lo spazio è di tutti e niente di pubblico deve essere transennato.
Ma il problema che i “tutti” non hanno idea del tesoro che la storia della propria città ha lasciato loro e credono che tutto sia da distruggere e da sporcare.
La storia e le amministrazioni passate restano ormai un sogno e mai piu si potrà tornare indietro.
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