IL GENTIL PASSEGGIO E LA VILLA COMUNALE

Quella che oggi chiamiamo semplicemente “Villa Comunale di Napoli” ha una storia secolare e una nascita altamente aristocratica.

Le sue origini risalgono al 1697, quando il viceré spagnolo duca di Medinacoeli ebbe l’idea di far piantare, su quello che una volta era la vera “Riviera di Chiaia”, cioè una vera e propria spiaggia, un doppio filare di alberi abbellito da 13 fontane, questo con l’intenzione di realizzare un vero e proprio “gentil passeggio” che portasse dalla porta di Chiaia attraverso la quale si entrava nella città, fino alla Crypta Neapolitana, unico passaggio per accedere al di là della grotta, cioè in quel che sarà Fuorigrotta.

 


In seguito, tra il 1778 e il 1780 il passeggio fu recintato e convertito in un giardino urbano molto in voga in quegli anni, per volontà di Ferdinando IV di Borbone.

Nei primi anni del XIX secolo la villa fu ancora ampliata con la realizzazione di un boschetto assumendo con il passeggio alberato rettilineo, l’aspetto di parco cittadino con sentieri e aiuole.

Ulteriore ingrandimenti furono eseguiti nel 1834 e nel 1869 , anno in cui, cambiata la denominazione in “villa comunale”, con la realizzazione della colmata di via Caracciolo fu ampliata verso il mare.

Fu eseguito un nuovo ingresso principale su piazza Vittoria, abbattendo quello vecchio del Vanvitelli, costituito da due padiglioni simmetrici.

Questi erano due bassi “casini” simmetrici, progettati nel 1778 e realizzati prima del 1791, separati da una cancellata con due garitte per le sentinelle che custodivano e regolamentavano l’accesso alla villa stessa.

I padiglioni del Vanvitelli, che ospitavano soprattutto locali di ristoro, erano un capolavoro di eleganza architettonica, la loro gestione era ceduta a chiunque ne facesse istanza dietro il pagamento di una somma mensile e nell’appalto era inclusa anche la possibilità di costruire, a proprie spese, delle strutture lignee per concedere direttamente la discesa a mare riservata agli avventori del caffè, tant’è che il casino è dotato di una scala lignea che dall’interno conduceva alla spiaggia sottoposta a qualche metro rispetto al livello della villa.

I casini vanvitelliani furono demoliti nel 1872, quando furono avviati i lavori di realizzazione di via Caracciolo, ed al loro posto fu sistemata l’attuale bassa cancellata in ferro scandita da statue marmoree.

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