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Stupendo scorcio di vita quotidiana della Napoli di fine ottocento, un carro agricolo in primo piano, che purtroppo non ci è dato sapere cosa trasporti, che procede il suo cammino da via San Carlo in direzione piazza del Plebiscito, su una strada dalla pavimentazione a basoli vesuviani probabilmente appena realizzata.
Il sole alto che forma ombre cortissime e il tram completamente aperto ancora a trazione equina che si vede sulla destra e che rasenta il teatro san Carlo in direzione di Napoli centro, ci informano che siamo nell’ora di pranzo di una calda giornata estiva, (bellissimo il tipico cappello a falde larghe che indossa il carrettiere) nonostante l’ingombro delle vesti delle due signore che, con lunghe e larghe gonne d’epoca attraversano piazza san Ferdinando e sembrano guardare e discutere con curiosità il cantiere che è loro di fronte.
Siamo in piena rivoluzione urbana e di cantieri in città ce ne sono tanti grazie ai lavori del Risanamento che “rivoltarono Napoli come un calzino” infatti nella nostra immagine è visibile un grande cantiere e, dalla cupola in vetro che sembra esserci in alto, probabilmente siamo alla presenza della realizzazione della galleria commerciale “Umberto 1”.
E proprio per la costruzione della galleria e di tutti i grandi palazzi che vediamo oggi, verranno demoliti tutti quei vicoli che godevano di cattiva fama in quanto vi si trovavano taverne (famigerata era la taverna della Cagliantese o Cagliantesa) case di malaffare e vi si consumavano delitti di ogni genere.
La fama conquistata si mantenne per quasi tutto l’Ottocento e negli anni ottanta del XIX secolo il degrado del luogo toccò punte estreme: nei vicoli si ergevano edifici a sei piani, la situazione igienica e tra il 1835 ed il 1884 in questa area si verificarono ben nove epidemie di colera.
Furono abbattuti i palazzi che si affacciavano nel reticolo di vicoli alle spalle della Chiesa di Santa Brigida e della Chiesa di San Ferdinando, con l’adiacente il Palazzo Cirella.