Il Teatro san Bartolomeo

Il San Bartolomeo era un teatro d’opera napoletano, attivo principalmente tra il XVII e il XVIII secolo; prima della costruzione del San Carlo, avvenuta nel 1737, ed era il principale teatro della città partenopea.

Fu edificato nel 1620 nelle vicinanze della chiesa di San Bartolomeo dall’Ospedale degli Incurabili, allo scopo di accrescere i propri introiti grazie ai proventi derivanti dagli spettacoli con la concessione di privilegi speciali sulle commedie.

Ma a causa delle forti speculazioni messe in atto, finì che fu la congregazione a mantenere il palcoscenico, anziché viceversa.

Fu il palcoscenico in cui vennero messe in scena a Napoli le prime vere opere, nel 1655 fu messa in scena la prima opera di un compositore locale e bisognerà invece aspettare il 1684 per avere la prima opera prodotta da un librettista e compositore napoletano.

Il 6 febbraio 1681 fu distrutto da un incendio, del quale venne data così notizia nelle cronache del tempo:

«La notte di detto giorno, dopo essersi rappresentata nel Teatro di S. Bartolomeo l’opra in musica, vi s’accese poche ore dopo il fuoco, che restò in breve tempo tutto incenerito, e perché venne sopraggiungendo il giorno, si ebbe fortuna di salvare con le diligenze le case vicine.»

(Gazzetta di Napoli 11 febbraio 1681)

. La ricostruzione, in seguito all’incendio patito, fu rapidissima, tempo due anni e il teatro fu rinnovato e ingrandito grazie al munifico intervento del viceré duca di Medinaceli.

Nel 1733 vi venne rappresentato il primo intermezzo, La serva padrona di Giovan Battista Pergolesi su libretto di Gennaro Antonio Federico e nel 1737 con l’apertura del San Carlo perse la sua “egemonia” nella città: il teatro smise di funzionare e lo stabile fu convertito in chiesa al posto della platea.

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