Non per niente il nome della collina deriva da un termine bimillenario creato dagli esperti greci : “Παυσιλυπον (Pausilypon)”, che letteralmente significa «tregua dal pericolo» ma anche «che fa cessare il dolore», un significato dei due toponimi che la dice lunga sulla sua bellezza.
Prima dell’insediamento “greco/romanico” il promontorio era interamente ricoperto da rocce e alberi, e furono inizialmente i greci che cominciarono timidamente ad abitarlo.
Quindi fu la volta di imperatori, consoli e ricchi guerrieri romani ad insediarsi, infatti a testimonianza sono ancora presenti rovine di loro manufatti sia vicino alle rive che in prossimità del punto più alto della collina.
Tra questi preziosi manufatti vi è anche un anfiteatro ma, in seguito alla caduta dell’impero romano e a causa delle conseguenti invasioni piratesche e barbariche, la popolazione di Napoli si ritirò dalle aree adiacenti e si rinchiuse nella cinta fortificata dell’antica città e tutto cadde in declino e nell’incuria.
Essa rimase sostanzialmente sottosviluppata fino alla realizzazione di via Posillipo tra il 1812 e il 1824, la strada che tuttora comincia dal porto di Mergellina e si estende lungo la costa quasi parallelamente alla riva.
Da allora sono molte le ville costruite da nobili e ricchi che hanno reso la collina di Posillipo sempre più ricca di architettura e preziosa, tra queste spicca Villa Rosebery, oggi residenza del Presidente della Repubblica.
Altra villa che, tra le altre, merita di essere ricordata pur non avendo molta storia attiva in se, è quella di proprietà di Sigismund Thalberg, pianista e compositore austriaco dell’800 che rivaleggiò nell’arte musicale con Franz Liszt, e che nel 1858 si ritirò in questa villa di proprietà dei Lablache (la famiglia della moglie) dove vi morì nel 1871.
La foto qui allegata dove è visibile la villa, potrebbe risalire al 1910 per la presenza di un tram a trazione elettrica, proprio in quel periodo si inauguravano le due tratte tramviarie “Sette settembre/Posillipo Villa Cappella” probabilmente con capolinea di fronte alla cappella della villa Thalberg o più avanti all’emiciclo di fronte alla discesa Coroglio, mentre la seconda tratta faceva un percorso identico ma prolungato, “Sette settembre/Capo Posillipo, e probabilmente arrivava li dove ora è il Parco Virgiliano.
In un tardo pomeriggio d’estate, una signora protegge la sua vista dalla forte luce bassa del sole e a farle compagnia nell’attesa della partenza del tram, una bambina munita di gran cappello a falde larghe.
Il tratto di strada che affianca la villa ha il toponimo di “Via Santo Strato”, mentre nelle immediate vicinanze vi è una chiesetta probabilmente doveva fungere da cappella di famiglia.