Via Vannella Gaetani, ma chi era?

In auto dalla galleria “Vittoria”  in direzione riviera di Chiaia, è impossibile proseguire diritto per via Arcoleo, ma bisogna svoltare a destra in via D. Morelli rasentando gli archi del palazzo IACP e il cortile da dove poi si accede in uno degli ingressi della “galleria borbonica”, quindi si volta a sinistra imboccando via Vanella Gaetani …avete capito bene, una strada dedicata a Vanella Gaetani…

Sulla pianta Carafa è riportata come 486 Strada della Vittoria perché adiacente alla Chiesa della Vittoria; la strada è indicata come “Vico Vittoria” sulla pianta di San Ferdinando di metà 800 e diventa poi via Mandella Gaetana nella pianta della città redatta dal Municipio tra il 1863 e il 1870 foglio 22.
Quanti di noi conoscono la signora Gaetani? penso in pochi visto che addirittura col tempo il nome da “Mandella Gaetana”, è stato storpiato inconsapevolmente in “Vannella Gaetani”, o il contrario?
Ora però cerchiamo di capire chi fosse la signora in questione ma, come al solito, dovremo fare un bel salto nella storia di almeno un millennio, quindi andiamo alla sua scoperta.


Circa un millennio fa, il mercante castigliano Leonardo d’Orio, che si trovò ad entrare nel golfo con la sua nave piena di mercanzia, fu investito da un improvviso e violento uragano dalle onde alte come palazzi.

Per uscire Indenne dalla drammatica situazione, il mercante decise di fare un voto al santo di cui portava il nome e, in cambio della salvezza, gli promise la costruzione di una chiesa.
Probabilmente per dare piu forza alla credibilità del suo voto, promise che questa nuova costruzione sarebbe sorta nel punto esatto dove i suoi piedi, al momento dello sbarco, avrebbero toccato terra.
Come per incanto, il vento sparì, il mare divenne una tavola e la nave poté gettare l’ àncora. Il santo aveva accolto la preghiera e Leonardo d’Orio scese su un isolotto che si trovava a pochi metri dalla spiaggia.

E lì fece costruire nell’anno 1028 la chiesa di San Leonardo. Questi era ad altezza della rotonda Diaz, ora i suoi resti sono ricoperti dalla fatidica colmata fineottocentesca.
Nel maggio del 1419 il re Giacomo di Borbone, consorte della famosa «Regina Giovanna», utilizzò lo scoglio costruendoci un’ imbarcatoio, in pratica un piccolo porticciuolo
Quella costruzione si rilevò la sua fortuna poiché la utilizzò come via di fuga quando, in seguito, rivelate le sue pretese al trono, nel 1419 venne costretto dai baroni napoletani a rinunciare al titolo regio e grazie all’imbarcatoio riuscì a salire a bordo di un veliero, scappare in Francia ed evitare la brutta fine decretatagli dai suoi nemici.

Una trentina d’anni, il principe di Bisignano, dopo aver fallito una congiura contro il re Ferrante d’Aragona, fu condannato a morte insieme a tutta la sua famiglia.
Ma, grazie a quel pontile naturale, sua moglie, tale Vannella Gaetani, riuscì ad imbarcarsi di notte su un brigantino e mettersi in salvo insieme ai figli.

Probabilmente la sua parte sarà stata molto più di una mamma che salva i propri figli da una sicura morte, sembrerebbe troppo poca cosa il suo episodio per esserle dedicata una strada anche se non credo raggiunga i 50 ml di lunghezza, ma i napoletani si commuovono facilmente per episodi simili, quindi anche dopo rivelata la verità sarà sicuramente ben accetto il toponimo.


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