Via Antiniana, la prima strada carrabile tra Napoli e la zona flegrea

Cosi dice Carlo Celano: «Tutta questa montagna vien detta Antignano, e vogliono alcuni, che debbasi dire Antoniano, essendo stato villa di Antonino Imperadore; ma il più vero si è, che prende il nome dal lago d’Agnano, dovendosi dire ante Agnanum, perché anticamente, ed anco al presente, da chi non vuole andare per la grotta, da quì si và al lago suddetto; e nell’estate, i Contadini, che portano colle some a maturare i lini in quell’acque, per non andare per dentro la Città, vanno per questo luogo».

Nella loro colonizzazione del mediterraneo, i greci portarono la loro cultura sulle coste italiche, e non per caso scelsero la nostra terra come loro principale colonia.

Sicuramente furono affascinati dal clima mite e dalla ricchezza e varietà della vegetazione nonché dal panorama costiero dei più belli al mondo, ma anche per la conformazione morfologica del territorio interno che garantiva una ottima difesa su eventuali pericoli provenienti dall’entroterra.

A quei tempi i traffici commerciali e tutti gli spostamenti tra le città marinare che erano i centri principali, avvenivano principalmente via mare e poco interessava se non ci fossero vie di comunicazioni verso l’interno, anzi era preferibile che non ne esistessero per evitare facili attacchi da popoli dell’entroterra.

Le difese naturali di Napoli erano formate, partendo da nord-ovest, dalla collina di Posillipo, dal lungo rilievo del Vomero, dalla collina di Capodimonte, da quella di Capodichino e li dove la pendenza diventava piu dolce, da Poggioreale ad andare verso mare vi erano le paludi che rendevano il passaggio impervio e pericoloso.

A causa di questa conformazione che non permetteva un facile transito di eserciti con mezzi bellici, tutti gli invasori dei tempi remoti provenienti dal nord, erano costretti a raggirare Napoli e ad entrare in città dalla zona di sud-est nei pressi di San Giovanni a Teduccio utilizzando il ponte della Maddalena.

Il ponte della Maddalena, unica entrata in Napoli

Quando ci si cominciò a doversi spostare anche verso l’interno, si ebbe l’esigenza di creare veloci vie di comunicazioni che collegassero la colonia greca di Neapolis con le altre al nord di essa come Cumae, Puteolis, per poi proseguire verso la città dei nuovi dominatori, Roma.

Tanti erano i sentieri impervi che dal centro della città oltrepassavano la collina per raggiungere quella che ora è Fuorigrotta, e questi vennero sempre piu ampliati fino a diventare strade perfettamente carrabili.

VIA ANTINIANA

Una delle strade principali era la “via per Cryptam”.

Essa iniziava da S. Maria La Nova, nei pressi di una porta della città antica nei pressi della Posta Centrale, continuava per Piazza Municipio e via Chiaia, raggiungeva la zona costiera, per proseguire quindi, alle spalle dell’attuale Riviera di Chiaia, fino a Piedigrotta, per poi innestarsi nella galleria detta “Crypta Neapolitana” attraversando la quale si oltrepassava la collina e si giungeva a Fuorigrotta.

Caspar van Wittel – La Crypta Neapolitana, chiamata Grotta di Posillipo.

In alternativa vi era la “via per colles”, (la via per la collina) che partiva da Piazza S. Domenico, nel cuore dell’attuale e dell’antico centro storico, dove si apriva probabilmente la Porta Cumana su cui sorge ora la guglia di san Domenico, s’arrampicava al Vomero seguendo approssimativamente salita Tarsia, via Salvator Rosa e via Conte della Cerra, proseguiva per Antignano e via Belvedere e discendeva poi per la Canzanella fino a via Terracina.

Prima della creazione della galleria di collegamento tra Fuorigrotta e Mergellina, questa costituiva l’unico collegamento carrabile tra la zona flegrea e la città.

Intorno al II secolo d.C. la strada fu risistemata e chiamata via Antiniana’’ (o da ante Agnano in quanto posta di fronte al piccolo Lago di Agnano, da secoli prosciugato, o dall’aggettivo Antonianum, in riferimento al proprietario della zona).

File:Lago di Agnano e Grotta del Cane - acquaforte aquerellata Sieur de Rogissart.jpg
Lago di Agnano e Grotta del Cane – acquaforte aquerellata Sieur de Rogissart

Lungo l’itinerario su descritto esistono ancora alcune testimonianze delle antiche vie e sono visibili tre tratti dell’antica strada, uno alle spalle delle terme, con il quale si incrocia un ramo che punta verso l’interno, l’altro nel parco della Mostra d’Oltremare, e il terzo nel Giardino Zoologico.

IL BORGO

Il borgo di Antignano è una delle unità abitative più antiche del quartiere collinare del Vomero.

Nel medioevo, lungo tutte le strade che collegavano la città con i maggiori centri che la circondavano, come Cuma, Capua, Nola etc., cominciarono a nascere piccoli insediamenti di contadini in seguito denominati “casali”, ed Antignano era uno degli oltre cinquanta casali che circondavano Napoli, i cui abitanti scendevano nella città a vendere prodotti agricoli.

In epoca borbonica Antignano fu un punto nevralgico del Dazio, di li passava il muro finanziere di cui si conserva ancora la sede, un piccolo edificio a due archi sul cui fianco campeggia l’iscrizione:”Qui si paga per gli regj censali”.

Iscrizione al Dazio di Antignano

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