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Percorrendo via Resina ad Ercolano, a due passi dalla Reggia di Portici, noterai questo piccolo e anonimo fabbricato che racchiude l’ingresso di uno dei più antichi teatri mai esistiti.
Il Teatro di Ercolano venne costruito durante la prima fase dell’età augustea, esso poteva contenere circa duemilacinquecento persone ed al suo interno venivano interpretate commedie e satire.
Nel 79, durante l’eruzione del Vesuvio, questo venne ricoperto da una strato di ceneri, lapilli e fango, che solidificandosi produsse un solido strato di tufo, preservandolo nel tempo.
Fu il primo edificio in assoluto ad essere scoperto tra tutti quei paesi che furono distrutti dall’eruzione del 79 e la sua scoperta avvenne nel 1710 quando per caso un contadino intento a scavare un pozzo per irrigare il suo orto, rinvenne alcuni pezzi di marmo che vendette poi ad un artigiano di Napoli il quale stava costruendo delle cappelle nelle chiese napoletane.
Venuto a conoscenza, Emanuele Maurizio d’Elboeuf proprietario di una residenza privata a Portici chiamata Villa d’Elboeuf prima delle 122 ville vesuviane del Miglio d’oro, acquistò il pozzo e iniziò le indagini tramite cunicoli sotterranei.
Inizialmente, venne erroneamente riconosciuto come il Tempio di Giove, oltre a numerosi marmi, vennero ritrovate otto statue femminili ed una maschile, alcune conservate al museo di Dresda, altre nella Reggia di Portici ed una, la Flora, posta su una fontana all’interno dell’orto botanico, colonne in marmo africano, cipollino e giallo antico, un architrave inneggiante al console Claudius Pulcher e dolia in terracotta.
Nel 1738, durante la costruzione della Reggia di Portici, furono ritrovate ancora due statue, di cui una in bronzo, e pezzi di marmo ed esaminando tutti i vari reperti, si giunse alla conclusione che quella struttura fosse un teatro e non il Tempio di Giove come inizialmente supposto.