Vita tranquilla sembrava esserci nella Napoli di fine 800, o almeno questo sembra trasmetterci la visione dell’immagine sotto allegata.
Uomini in bombetta e donne con gonne larghe che sembrano camminare con tutta calma, o magari aspettano con romantica pazienza quel tram a cavalli che vediamo provenire dalla Riviera di Chiaia e che sta appena imboccando piazza della Vittoria, probabilmente avrà iniziato la sua corsa dalla Torretta, dall’altro capo della riviera, per poi proseguire fino a piazza san Ferdinando o in prolungamento fino al Reclusorio di piazza Carlo III.
La scena raffigurata deve essere di un pomeriggio inoltrato, o di fine giornata, la luce del sole proviene molto bassa dal lato mare, cioè da occidente dove la sera cala e si nasconde dietro l’orizzonte del golfo di Napoli, le ombre delle persone e delle cose sono lunghe e rivolte verso est.
Sulla sinistra fa capolino una delle tante palme di piazza Vittoria nei cui giardinetti probabilmente già è posizionata dal 1900 la statua di Giovanni Nicotera patriota e politico italiano arrestato dai Borbone per aver partecipato ai moti di Pisacane ma liberato da Garibaldi alla conquista di Napoli, mentre quella di Nicola Amore, questore, capo della Polizia e sindaco di Napoli, la raggiungerà nel 1938.
Piu in avanti da nell’occhio la moltitudine delle essenze arboree presenti nell’ex “Passeggio Reale” della Napoli borbonica, (oggi di numero molto ridotto), passeggio in quel periodo già declassato a villa Comunale e, da qualche decennio, distanziato dal mare che lo accarezzava, per i lavori della colmata con la quale venne realizzato il lungomare Caracciolo.
Dopo i lavori che modificarono la linea costiera, venne costruito un nuovo ingresso principale della villa su piazza Vittoria, abbattendo quello vecchio costituito da due padiglioni simmetrici, chiamati casini, e furono collocate otto delle statue neoclassiche che erano poste all’interno, in foto ne sono visibili solo due.
E poi ecco la Riviera di Chiaia il cui nome deriva da platja, “spiaggia” in catalano, risalente alla dominazione aragonese, la via più antica del quartiere in cui si ergono molti palazzi nobiliari, fra cui la celebre Villa Pignatelli, sede del Museo Diego Aragona Pignatelli Cortés, ubicata nella curvatura della strada che si vede in fondo.
Circa due secoli prima dello scatto, la Riviera in mancanza della villa si apriva direttamente sulla spiaggia ed era principalmente spiaggia di pescatori che si collegava piu avanti con quella di Mergellina, oggi tutte e due scomparse.
Una strana curiosità, sembra che la “nostra” cara Riviera sia stata ispiratrice di uno dei più famosi personaggi prima dei romanzi e poi degli schermi, infatti la scrittrice Mary Shelley, che vi alloggiò all’inizio dell’Ottocento, la scelse come luogo di nascita di Victor Frankenstein, protagonista del suo più celebre romanzo, Frankenstein.