Ma quale “Vittoria” ?

Napoli XVI secolo, anno 1570, siamo alla Chiaja, ma non confondetevi, non a via Chiaia che è tutt’altra cosa, ma in quel lembo di spiaggia che appresso prenderà l’appellativo di Riviera, una delle piu belle al mondo, o almeno lo è stato.(fig.1)

Una volta chiamata “Platja” perche Napoli, allora, era catalana.

Alla Chiaja arriva il mare, lungo la sua spiaggia vi sono piccole barche di pescatori tirate in secca, donne che riparano le reti e a ridosso del mare le loro case, illuminate da candele. (Fig.2)

Siamo nel Regno di Napoli, a comandare sono i viceré di Spagna e il piu grande pericolo sono le incursioni saracene, pirati che arrivano dal mare, depredano e distruggono per poi riprendere il largo.

Non è solo Napoli nelle loro mire ma tutto il Mediterraneo Cristiano.
In seguito ad altri avvenimenti, i territori riuniti sotto il segno di Cristo, riunirono le loro forze Navali e la nostra flotta aderì alla Lega Santa che riuniva le forze navali della Repubblica di Venezia, l’Impero spagnolo (con il Regno di Napoli e il Regno di Sicilia), dello Stato Pontificio, della Repubblica di Genova, dei Cavalieri di Malta, del Ducato di Savoia, del Granducato di Toscana, del Ducato di Urbino, della Repubblica di Lucca (che partecipò all’armamento delle galee genovesi), del Ducato di Ferrara e del Ducato di Mantova.

Lo scontro navale tra le flotte musulmane dell’Impero ottomano e quelle cristiane avviene a Lepanto il 7 ottobre 1571 e si conclude con una schiacciante vittoria delle forze alleate.

Per la coalizione cristiana fu la Madonna ad intervenire per il buon esito, e per ricordare questo divino aiuto, la figlia del comandante di una delle flotte cristiane propone la costruzione di una chiesa che rimembrasse la vittoria.

Il posto della casa di Dio è scelto lungo la Chiaja, verso il Chiatamone, alle porte della Napoli di allora, e nel 1572 sulla spiaggia di Chiaja nasce la chiesa di Santa Maria della Vittoria. (Fig.3)

Ancora per oltre un secolo, il panorama resta identico, la chiaja e i pescatori continuano ad avere il loro mare, fin quando a cavallo tra il 1600 e il 1700 nasce la villa, filari di alberi che rendono piacevole il passeggio del re e nobilitano la zona.(fig.4)

Il mare si allontana, la spiaggia di Chiaja diventa Riviera, e la colmata del 1870 lo nasconde completamente ai pescatori.(fig.5)

Di fronte all’antica Chiesa che ricorda la vittoria sugli Ottomani, ora vi è un grande spazio che le nuove costruzioni hanno ben definito.

Dalla Chiesa alla piazza il passo è breve, la Napoli di fine ‘800 ha la sua piazza dedicata alla Vittoria di 3 secoli fa. (Fig. 6)

A fine XIX secolo è una delle piazze piu panoramiche di Napoli, su di essa confluisce via Caracciolo, affaccia la Villa Reale con le sue statue neoclassiche.(fig. 7)

Elegantemente urbanizzata, rivolte verso la villa, sono poste le statue di Nicola Amore a sinistra e Giovanni Nicotera a destra.

La statua del primo, sindaco di Napoli nel periodo del Risanamento, era in origine posta nell’omonima piazza crocevia di corso Umberto I e via Duomo, ma fu spostata nel 1938 per eliminare ogni ostacolo dal rettilineo che avrebbe percorso Adolf Hitler in visita a Napoli per la rivista della Regia Marina. (Fig.8)

La statua del secondo invece è situata nella piazza dal giorno in cui fu inaugurata, il 2 luglio 1900.

Vicino al mare, nel 1867 viene poggiato un basamento sul quale verrà poggiata una colonna ritrovata in seguito a degli scavi in una antica chiesa del centro di Napoli, e questa diventerà il monumento ai Caduti del mare.(fig.9)

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