Le origini di Port’Alba

Tra il XV e il XVI secolo, La città di Napoli era già una delle metropoli piu popolose d’Europa, ed essendo chiusa tra mura difensive che ne limitavano le espansioni urbanistiche, era difficile trovare, nel suo interno, un’ ampia area da adibire al commercio mercatale.

Unica via di sfogo era esternamente alla città, nelle immediate vicinanze del muro.

Cosi come avvenne nella zona del Carmine, dove fuori dalle mura meridionali fu creato il piu grande mercato cittadino, area oggi riconosciuta in “piazza del Mercato”, in egual modo fu creato un più piccolo mercato, fuori delle mura occidentali, nello spazio attualmente occupato da piazza Dante, allora largo Mercatello.


La vecchia murazione aveva però gli ingressi molto distanziati tra loro e questa situazione aveva cominciato a creare una limitazione negli spostamenti veloci dei cittadini e, in questo caso, il “mercatello” risultava non essere molto facile da raggiungere.

Gli ingressi piu vicini risultavano essere la porta di Costantinopoli, ubicata nei pressi della parte alta del largo delle pigne (attuale piazza Cavour) ad inizio appunto di via Costantinopoli, mentre dalla parte opposta esisteva dal 1536 la porta Santo Spirito costruita insieme alla nascente via Toledo.

Ma il popolo napoletano, come ben sappiamo, non accetta di buon grado limitazioni al suo usuale vivere e, nell’ insofferenza, si adoperò ben presto ad aprire autonomamente e abusivamente un nuovo ingresso (come spesso capitava in tutto il perimetro) scavando poco per volta nel muro di cinta un “pertugio” proprio li dove si svolgevano le attività mercatali.

A causa di queste continue “aperture” della cinta muraria attuate dal popolo, fu definitivamente aperta, nel 1624, una porta presso il largo Mercatello, adiacente ad un torrione già esistente.

Esso pertugio venne chiamato Port’Alba, dal nome del viceré Don Antonio Alvarez di Toledo, duca d’Alba, ma per lungo tempo venne denominata dal popolo “porta Sciuscella”, dal nome dei frutti di carrubo che continuamente finivano in strada, provenienti dal vicino giardino del convento di San Sebastiano.

Nel 1781 alla sua estremità fu posta la statua di San Gaetano, proveniente dall’ abolita porta Reale, mentre i lavori di rifacimento e di ampliamento, che resero la porta così come appare attualmente, furono eseguiti nel 1797.

L’iscrizione che vi fu collocata che menzionava Ferdinando IV di Borbone, fu demolita durante gli accadimenti della Repubblica Napoletana del 1799.

La porta permette l’accesso all’omonima via port’Alba e i pochi metri che la caratterizzano, costituiscono il punto iniziale del decumano centrale conosciuto come via Tribunali.

All’ingresso della via, dal lato decumano, fu posta una targa del 1796 che servì a portare a conoscenza della cittadinanza, che qualora si fossero ancora messi in loco venditori ambulanti, ostruendo il passaggio delle carrozze e dei pedoni, questi sarebbero stati puniti con ammende.

La targa recita le seguenti parole:

«Bando da parte degli eccmi signori deputati del tribunale della fortificazione ed acqua di questa fedelissima città convenendo al comodo e buon servizio pubblico che l’atrio di porta suscella sia sgombro e sbarazzato affatto di tal che sia sempre libero il passaggio dé cittadini delle carrozze, e delle altre vetture perciò avendo avuta notizia ch’esso atrio continuam venga ingombrato da venditori de commestibili, quindi ciè paruto di fare il presente bando col quale ordiniamo a tutt’ e qualsivog persone che non ardiscano da oggi in avanti tenere nel suddetto atrio posti, sporte ed altri simili imbarazzi, sotto pena di dvc da esigersi irremisibilm da controventori ed acciò l’ordine venga a notizia di tutti, né possa allegarsi causa di ignoranza, vogliamo che il presente nostro bando si pubblichi in o’ luogo, e poi si affigga in s. Lorenzo li 19 gennaio 1796. Li deputati del tribunale della fortificaz. mattonata, ed acqua di questa fedelis. città
il duca di Bagnoli
Vincenzo Spinelli
Giuseppe Serra
Gio Lonardo Mascia.»

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