Le fontane del Seguro di piazza Mercato

   Nel XIII secolo, la città di Napoli si trovò ad essere commercialmente al centro del mondo allora conosciuto e, a causa dell’enorme traffico mercatale e commerciale che andava via via crescendo, nacque l’esigenza di creare, al di fuori della cinta muraria, un grande largo dove poter effettuare tranquillamente le sempre piu invadenti operazioni di compra-vendita sia di oggetti che di animali.

   La sede mercatale della città era ubicata, fin dalle origini dell’età greco-romana, nel decumano inferiore in piazza San Gaetano.

   Nel 1270 fu spostata in una zona extra-moenia, nel campo del moricino (futura piazza del Mercato), snodo fondamentale dei traffici provenienti dalle più importanti basi commerciali italiane ed europee.

   Da allora la piazza crebbe, per secoli, in modo irregolare e senza un preciso piano regolatore con la convulsa costruzione, al centro di essa e fino a fine XVIII secolo, di numerose botteghe e bancali in legno.

   Nel 1781 tutte le opere in legno presero fuoco in seguito ad uno spettacolo pirotecnico, distruggendo gran parte dello spiazzo.

   Si decise finalmente di regolarne le costruzioni e dare una forma ben definita alla piazza realizzando uno spazio ellittico/circolare che lambisse il perimetro del largo e che desse alle attività commerciali una degna sistemazione.

   Il progetto fu affidato all’architetto Francesco Sicuro (Seguro – Messina, 1746 – Napoli, 1826), il quale, oltre a creare la chiesa di Santa Croce e Purgatorio unendo in un solo edificio le preesistenti chiese di Santa Croce e Purgatorio distrutte dall’incendio, costruì di sana pianta tre fontane che avrebbero decorato la piazza e che da allora sarebbero state conosciute anche il suo nome.

   Le fontane da lui ideate, avrebbero dovuto avere molteplici funzioni tra cui, l’abbellimento del largo che sarebbe cosi stato il simbolo internazionale del commercio partenopeo, il facile rifornimento di acqua utilissima e indispensabile per l’attività mercatale, ed infine la funzione di abbeveratoio per gli animali che affollavano il mercato, sia come oggetto di compra-vendita che di trasporto.

   Una prima fontana, denominata “dei leoni”, aveva una grande vasca di forma semiellittica ottimizzata per abbeverare gli animali, sul lato lungo di essa vi erano le sculture di due grandi leoni poste ai lati l’uno alle alle spalle dell’altro e ambedue in posizione di guardiania, tra loro dominava un alto obelisco piramidale in pietra nera.

   Questa fontana rimase però nella piazza fino alla fine del XIX secolo; fu poi trasportata nella zona di Poggioreale probabilmente nei pressi della porta del muro finanziere e infine, verso il 1930, nei giardini del Molosiglio, nell’ambito dell’apertura della via litoranea (via Acton) e della galleria Vittoria.

   Le altre due fontane, dette “fontane egizie” per la loro inclinazione ad una forma strettamente egiziaca, sono di struttura gemella.

   Ancora esistenti e stranamente sempre nella loro allocazione originale, sono situate l’una sul lato est e l’altra, parallela alla prima, sul lato ovest della piazza.

   Esse sono a forma di obelischi piramidali
e poggiano su uno spesso basamento decorato da ghirlande; negli spigoli sono situate 4 figure leonine con la testa di donna (sfingi) intervallate da quattro fontane, in alto 4 teste di leone che fuoriescono dalla piramide.

   Infine ancora una quarta fontana porta la firma del Seguro, ma solo per il restauro.
Essa era la Fontana Maggiore chiamata dal popolo “di Corradino”.

Carretto in Piazza Mercato davanti alla Fontana Maggiore.

   Costruita nel 1653, era un’elegante struttura situata nelle immediate vicinanze della Basilica del Carmine Maggiore.

   Purtroppo questa monumentale fontana ebbe termine dopo più di due secoli di storia in quanto venne demolita in seguito ai lavori di sistemazione della piazza.

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