Le barricate del 1848

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In questo dipinto del 1850 è raffigurata una barricata dei moti del 1848 su via Santa Brigida visualizzata da via Toledo. In fondo è visibile largo Castello (Piazza MUnicipio) ed una torre del Maschio Angioino.

In seguito a movimenti indipendendisti in tutta Europa, Ferdinando II del Regno delle due Sicilie l’ 11 febbraio 1848 promulgò la Costituzione anche come risposta alle sommosse scoppiate in tutto il Regno.

Queste ebbero inizio il 12 gennaio a Palermo ma provocarono un effetto contagio anche a Napoli, con l’insurrezione del 27 gennaio che costrinse, due giorni dopo, Ferdinando II a concedere una nuova Costituzione promulgata poi l’11 f ebbraio.

Ma il 15 di maggio la situazione precipitò quando alcuni deputati vollero aggiungere ulteriori richieste modificando parte della Costituzione su cui avrebbe dovuto giurare re Ferdinando.

L’incisione allegata è del 1870 circa, creata molto tempo dopo i fatti raffigurati dei moti indipendentisti del 1848 ed in particolare del 15 maggio dello stesso anno.Nell’immagine è visibile via Toledo nella confluenza in piazza San Ferdinando.

Nella notte fra il 14 e 15 maggio, mentre i deputati tentavano le ultime negoziazioni col Re, nelle strade di Napoli iniziarono a sorgere delle barricate e in particolare, come vediamo nell’incisione allegata, in via Toledo al fianco del Palazzo Cirella, che si vede ad angolo sulla destra, e forse la più importante poichè posta di fronte al Palazzo Reale sede del Re e delle contrattazioni per la costituzione.

Quando gli scontri iniziarono verso le 10, un primo assalto alla barricata delle truppe regie venne respinto ma subito dopo dovette cedere sotto il fuoco dell’artiglieria e due compagnie di Cacciatori Svizzeri che, una volta superato l’ostacolo, sfondarono il portone di Palazzo Cirella invadendolo e trucidando tutti coloro che vennero trovati nel suo interno con le armi in pugno.

Il Palazzo fu saccheggiato dal popolo favorevole al re, i prigionieri vennero condotti alla Darsena e rinchiusi a bordo di una nave della Marina borbonica attrezzato a galera e nello stesso momento Ferdinando sciolse il Parlamento e la guardia nazionale, nominò un nuovo governo e proclamò lo stato d’assedio.

La repressione causò circa 500 morti.

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