Analizziamo il “Lungomare più bello del mondo”

Nel 1880 l’area su cui si sviluppava la naturale riviera di Chiaia, fu interessata a lavori di riurbanizzazione che sconvolsero un intero quartiere.

 

Giuseppe Aloia e Giovanni Gravier – “Veduta di Napoli dalla parte di Chiaia…”. Napoli, spiaggia della Riviera di Chiaia, con l’isolotto di San Leonardo insabbiato.

Con una enorme colmata venne riempito tutto il “bacino” frontestante la riviera, con la conseguente scomparsa delle spiagge naturali da Mergellina a Santa Lucia.

In compenso i lavori, straordinari per quei tempi, in pochi anni crearono qualcosa che da li a poco tempo cominciò ad invidiarci tutto il mondo, il lungomare Caracciolo.

 

Mergellina, vista dalla collina di Posillipo. Incisione di un artista sconosciuto (XIX secolo)

E tutti restarono incantati dalla sua visione, e definendolo “il più bel lungomare del mondo”, sappiamo bene che l’appellativo non è per nulla regalato.

Osserviamolo insieme, percorriamolo a piedi e capiamone il perché di quella risonante definizione.

Cominciamo dall’inizio, lì dove ha inizio la superba collina di Posillipo, li dove lo storico “Circolo Nautico Posillipo” che ebbe come ospiti illustri: Giovanni Leone, Sofia Loren, Gina Lollobrigida, Raimondo Vianello, Sandra Mondaini, Renato Rascel, Totò, Carlo Campanini e Walter Chiari, divide la collina dal Largo Sermoneta.

 

L’inizio di via Posillipo

La sagoma della costa, il mare, in lontananza le isole, in coppia Ischia e Procida, in solitaria Capri, la costiera sorrentina e a finire il sommo Vesuvio, chiudono la scenografia del golfo alle spalle della monumentale fontana del Sebeto nel largo suddetto, edificata nel 1635 ed eretta per celebrare le mitiche acque dell’omonimo fiume che scorrevano nella zona orientale di Napoli.

 

Veduta aerea di Mergellina e collina di Posillipo (in primo piano Largo Sermoneta). Si nota il saccheggio edilizio di Posillipo oramai avviato. Cartolina degli anni ’50. La firma sovraiscritta “Edmond Dantès” è posticcia e non pertinente all’immagine originaria.

Solo due passi dal contesto prima descritto e gli occhi si posano sul moletto e il porticciolo turistico dove trovano rifugio i “Navigli” delle persone che contano; di fronte, nel lato interno, una linea continua di elegantissimi palazzi aristocratici col duplice affaccio sul lungomare e sull’aristocratica viale Elena poi denominata “Gramsci”, e che ci conduce fino a piazza della Repubblica, ex piazza Umberto I poi Principe di Napoli,  dove ha sede il monumentale consolato americano, già Grand Hotel dal secolo XIX !

 

Napoli, via Mergellina e viale Elena durante la colmatura di Mergellina.

Al centro della piazza, il monumento «allo scugnizzo», figura simbolo dell’insurrezione napoletana contro i nazisti e simbolo delle 4 giornate, progettato nel 1963 e consistente in una statua formata da 4 lastre di pietra con figure degli scugnizzi su ognuno dei lati della scultura.

 

Il Grand Hotel, in Via Caracciolo. Foto scattata presumibilmente negli anni ’20. Autore sconosciuto. Fu fondato nel 1880 dall’albergatore svizzero Alfred Hauser e distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale (bombardato o minato). Al suo posto, nel dopoguerra, fu costruito l’edificio che ospita il Consolato americano.

Dopo la piazza, il panorama nell’entroterra si allarga, ha inizio il “passeggio Reale” che divide la riviera di Chiaia dal mare, voluto nel 1697 dal duca di Medinacoeli e paragonata ai più bei passeggi reali dell’ impero francese, e ora relegata ad una dubbia villa comunale.

 

Via Caracciolo e Villa Comunale visti dal Grand Hotel (ancora in costruzione; inaugurato poi nel 1880).

All’interno della villa, dal 1905 il Tennis Club Napoli”, l’acquario Anton Dohrn che fu primo in Europa nel suo genere dal 1872, quindi fontane e statue create dai piu grandi e famosi artisti dell’epoca.

 

Villa Comunale, l’Acquario”.

Al centro della villa, dove una volta esisteva l’isolotto di san leonardo, una imponente statua equestre ci ricorda del napoletano Armando Diaz, capo di stato maggiore del Regio Esercito durante la prima guerra mondiale e Duca della Vittoria alla fine del conflitto, sarà poi ministro della guerra e maresciallo d’Italia.

 

Via Caracciolo e Villa Comunale, ad altezza della Rotonda Diaz

Poco piu di un km dura l’affiancamento alla villa, alla fine si giunge a piazza Vittoria dove, rivolte verso l’ingresso dell’ex passeggio reale, sono poste le statue di Nicola Amore a sinistra e Giovanni Nicotera a destra.

Dirigibile in passaggio su Piazza Vittoria – 1909

E poi una colonna spezzata, come monumento ai caduti del mare…una colonna spezzata???? Sul lungomare piu bello del mondo…una semplice colonna spezzata???? Detto cosi trovo il monumento molto riduttivo per il Lungomare Caracciolo, non solo una colonna, e per giunta anche spezzata.

Leggi quì la storia de “La colonna spezzata

 

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