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Quando si parla di mercato ittico nella Napoli del XIX secolo non ci si riferisce al “Mercato Ittico Comunale” presente fino a pochi decenni fa nei pressi del ponte della Maddalena, bensì ad una più vecchia costruzione privata, la pescheria “De Luca”, costruita nel 1878 su via Marina ad altezza dell’attuale palazzo Mediterraneo dove oggi ha sede l’università “Orientale” e nelle vicinanze delle due porte non più esistenti della marina del Vino e della pietra del pesce, porta quest’ultima che rappresentava il posto di gabella per i prodotti ittici e che deve il suo nome dalla zona in cui si trovava, la quale a sua volta prendeva il nome da una leggenda medievale legata al mago Virgilio, infatti si narra che per mantenere il pescato della città sempre fresco il mago incise con un incantesimo su di una pietra l’immagine di un pesciolino vivo.
Alla sua demolizione durante i lavori di Risanamento, seguì la costruzione di un nuovo mercato Ittico progettato tra il 1929 e il 1930 e completato nel 1935, costituito da una grande hall con una struttura in vetro cemento e grandi aperture per garantire l’illuminazione naturale, l’interno era composto da un’ampia sala di contrattazione coperta da una volta a tutto sesto e circondata dai locali destinati ai singoli mandatari.
Con la cessazione delle attività dopo circa settant’anni dalla sua apertura, il nuovo edificio del Mercato ittico andò in degrado fino alla sua scomparsa.
Nella seguente vecchia foto alle spalle dell’antico mercato è visibile il campanile della Chiesa di Santa Maria delle Grazie dei Pescivendoli situata in Vico Marina del Vino, vicino all’attuale Via Saverio Baldacchini.
“Con la cessazione delle attività dopo circa settant’anni dalla sua apertura, il nuovo edificio del Mercato ittico andò in degrado fino alla sua scomparsa.”
In realtà sta ancora lì e non è scomparso per niente. Magari nel degrado, abbandonato, ma sta ancora lì a ricordarci quello che è stato e quello che potrebbe diventare , se riqualificato.
Vincenzo Spavone.