Il ritorno di re Ferdinando in due dipinti

Nei suoi numerosi nonchè repentini cambiamenti di potere, la città di Napoli conobbe anche un governo filo napoleonico conosciuto come “Decennio francese”, infatti dal 1806 e per 10 anni, due re francesi si succedettero sul trono del Regno.

Il primo fu Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone che regno fino al 1808 quando si dovette trasferire in Spagna per la sua regenza, a lui gli seguì suo cognato, Gioacchino Murat, che regnò fino al 1815.

Murat governò solo 8 anni ma lasciò un positivo ricordo indelebile alla città con miglioramenti architettonici e urbanistici di cui ancora oggi ne apprezziamo i vantaggi.

Re Gioacchino amava molto Napoli e credeva di essere totalmente ricambiato dal popolo fino al punto che, quando re Ferdinando organizzò la riconquista del regno, il francese si affidò completamente ad esso senza fare i conti con l’innata fedeltà di quest’ultimo verso il re Borbone e la fede verso la chiesa di cui Ferdinando era un gran difensore.

Purtroppo per il francese il popolo duosiciliano scelse ancora il suo vecchio re favorendone il suo ritorno tradendo le aspettative di re Gioacchino che, senza alcun appoggio, sbarcò in Calabria in un tentativo di insurrezione, ma venne catturato e  fucilato.

Re Ferdinando poté cosi tornare da liberatore nella sua Napoli che gli preparò una accoglienza da imperatore, festeggiamenti che vennero immortalati dal “pittore di corte” Salvatore Fergola dipingendo il momento piu saliente del maestoso ingresso.

Nella prima immagine viene ritratto l’esercito borbonico con relativa bandiera in testa che scende da via don Bosco (doganella) probabilmente proveniente dal Campo di Marte (Capodichino).

Arrivato in piazza Carlo III che rappresentava uno spazio ancora non ben definito poiché solo a fine secolo XIX verrà riordinato, l’esercito sfila davanti all'”Albergo dei Poveri”, detto anche “Reclusorio” o “Serraglio”, il più grande palazzo monumentale di Napoli e una delle più grandi costruzioni settecentesche d’Europa.

L’immagine dipinta ferma il momento in cui il corteo imbocca via Foria, pavimentata da pochi decenni e finita di ristrutturare proprio sotto Gioacchino, e sulla sinistra è visibile la scalinata di accesso all’orto botanico anch’esso inaugurato il 1807 sotto il decennio francese e da cui si affaccia il popolo festante.

Il secondo dipinto illustra le accoglienze festose che ebbe a Napoli il re Ferdinando I di Borbone al suo ritorno nel 1815, dopo il Congresso di Lubiana.

Nel dipinto si nota il loro accurato carattere di documentazione, da un lato delle architetture provvisorie, come la grande tenda-baldacchino allestita davanti all’Orto Botanico a via Foria, dall’altro degli elementi di costume che assumono valore di cronaca.

La tela raffigura una grande tenda – padiglione bianca ed oro, con sfumature grigio-azzurre e tra due obelischi in pietra grigio con rilievi dorati; in primo piano una folla variopinta si accalca intorno alla tenda.

Il dipinto faceva parte dell’Elenco di quadri di paesaggio eseguiti da Salvatore Fergola per ordine di S. M. Francesco I e si può datare quindi dopo il 1825, anno della sua salita al trono.

Esso fu destinato ad adornare l’appartamento del re.

Una panoramica di Napoli con veduta del Castel Sant’Elmo e la via Doganella da dove Ferdinando fece ritorno a Napoli                                                                                             

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