Il monumento ai martiri napoletani

Intorno al 1600 le mura perimetrali cittadine obbligavano i napoletani a risiedere all’interno della città con il limite ovest nei pressi del “Largo di Palazzo” che in seguito alla costruzione del Palazzo Reale stava andando a quei tempi a definirsi.(fig.1)

Verso la fine del XVII secolo finalmente cominciò ad espandersi anche verso ovest e con essa cominciarono a sorgere le immancabili chiese.

La costruzione di una di esse diede il nome alla zona in cui fu costruita, la chiesa di Santa Maria a Cappella, e inglobo’ nella sua costruzione una vicina edicola con un’immagine della Madonna che elargiva molte grazie al popolo.(fig.2)

Purtroppo durante il terremoto del 1805 la chiesa fu gravemente danneggiata e il governo francese filonapoleonico ne ordinò la demolizione per permettere i lavori di costruzione di un mercato di commestibili che però non fu mai realizzato.

I lavori di demolizione, incominciati nel 1807, terminarono nel 1812.

Lo spazio antistante la chiesa venne chiamato Largo di Santa Maria a Cappella Nuova, ma una forma regolare cominciò a dargliela Ferdinando II di Borbone che decise di dedicare un luogo di Napoli alle vittime dei Moti del 1848 e la scelta ricadde sul suddetto Largo.

In seguito a questa scelta il largo fu rinominato “Piazza della Pace” e al centro fu progettata una colonna impreziosita da alcuni ornamenti e con alla sommità la statua della “Madonna dela Pace”.(fig.3)

Dopo la morte di Ferdinando II, avvenuta poco dopo nel 1859, il progetto s’interruppe e nella piazza restò solo una grande colonna di granito.

Dopo la sua morte e i fatti accaduti per l’unità d’Italia, il largo e la colonna vennero utilizzati alla causa opposta per cui erano stati creati.

Nel 1861 si pensò che era giunto il momento di completare l’opera iniziata dal re Borbone. Fu solo allora che si decise di dedicare lo spiazzo ai martiri napoletani caduti, combattendo per gli ideali d’indipendenza nel corso della storia. E così il monumento iniziò ad acquisire un altro significato.

La colonna restò comunque il simbolo della pace e la statua della Madonna della Pace che era posta originariamente in cima fu sostituita da una statua simboleggiante la “virtù dei martiri”.(fig.4)

Alla base della colonna vi sono, anche allo stato attuale. quattro leoni ognuno dei quali rappresenta martiri napoletani di diverso periodo storico:

Ogni belva ha un suo preciso significato.

Quello disteso, il cui sguardo sembra guardare da un’altra parte, figura un leone morente nell’intento di chiedere aiuto, rappresenta i caduti durante la rivoluzione napoletana del 1799. Movimento con cui si cominciarono a diffondere nella città partenopea gli ideali repubblicani della Francia. (fig.5)

Il leone ferito dalla spada, ricorda invece, i caduti del 1820, periodo in cui si facevano strada le prime aspirazioni costituzionali europee. (fig.6)

Il leone che ha sotto la zampa lo statuto del 1848, è la rappresentazione dei napoletani caduti nella primavera dei popoli, conosciuta come i “moti del 48”.(fig.7)

L’ultimo, l’unico in piedi non morente, è quello pronto ad attaccare la preda, che rievoca i caduti del periodo garibaldino e dell’annessione di Napoli all’Italia nel 1860.(fig.8)

Da piu parti arrivano autorevoli voci storiche che intimano di aggiungere ai quattro leoni, un quinto che rappresenterebbe i napoletani caduti durante la lotta alla dinastia dei Savoia.

Oggi, continua a essere un monumento importante dedicato alla tenacia che da sempre contraddistingue il popolo partenopeo.

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