Il cimitero di Poggioreale

Il disegno è una xilografia di Giuseppe Barberis del 1894, incisore e xilografo torinese autore di numerose vedute d’Italia. Qui mostra il monumentale ingresso del cimitero di Poggioreale ancora esistente.

La storia:

Il complesso di Poggioreale è un insieme di tanti piccoli cimiteri di cui il più noto quello denominato “monumentale” che rappresenta il nucleo originario del cimitero.

Di grande valore storico e culturale per la preziosità delle sue tombe e delle sue statue, ma anche per il gran numero di cappelle e chiese contenute al suo interno e per il Quadrato degli uomini illustri, settore destinato alla sepoltura delle personalità eminenti (come previsto dalle leggi in materia del Regno delle due Sicilie su una superficie di 2 moggi napoletani (circa 5300 mq).

Prima della sua costruzione, il primo cimitero napoletano in uso era quello delle 366 fosse, iniziato nel 1762 e concluso l’anno successivo.

Prima di allora si adoperavano le cosiddette  “terresante” delle chiese dedicate ai poveri, oppure veniva utilizzata la cosiddetta “piscina”, una grande cavità al di sotto dell’Ospedale degli Incurabili.

Nella prima metà del XIX secolo cominciò a svilupparsi l’idea di creare luoghi distinti e distaccati dai centri abitati per le sepolture e quindi si procedette all’avvio della costruzione di un cimitero sui dolci colli di Poggioreale, definitivamente aperto nel 1837.

L’anno precedente alla sua ufficializzazione, sul suo retro venne aperto il cimitero dei colerosi, inizialmente sorto come “cimitero da campo” per via dei tantissimi morti di colera, ma ampliato l’anno successivo trasformandolo in un tipico cimitero romantico.

Altro cimitero dalle analoghe caratteristiche era quello acattolico di Santa Maria della Fede, il più distante dall’area cimiteriale tradizionale.

Con l’Unità d’Italia i cimiteri diventano più numerosi, a partire da quello di Santa Maria del Pianto, nato attorno alla seicentesca omonima chiesa che sorge nel nucleo originario del cimitero di Poggioreale.

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