Il busto di Giuseppe Mazzini

Giuseppe Mazzini risponde alle nostre domande sulla sua vita, ascoltalo:

Ascolta l’intervista a G. Mazzini:

Signor Mazzini, il suo Busto è qui, in via Vittorio Emanuele, al centro del potere a Napoli.

Dalla sua postazione ha lo sguardo sull’antico potere nel Maschio Angioino, su quello vecchio del palazzo Reale, e quello odierno di palazzo San Giacomo.

Una postazione da privilegiato, ma non tutti sanno chi è, qualcuno la conosce bene, anche se con idee divergenti su di lei, altri la conoscono poco, e altri ancora non la conoscono affatto.

Ci racconti un pò della sua vita, dei suoi sogni e se è soddisfatto delle sue azioni.

Dica anche qualcosa ai napoletani che le passano vicino senza accorgersi della sua presenza, e dia loro qualche consiglio.

“Bene, sono nato a Genova nel 1805, e fin da giovane ho capito che l’Italia non poteva continuare ad essere frammentata, sotto il dominio di monarchie e potenze straniere.

Ho sempre sognato un’Italia unita, libera, indipendente, e soprattutto, repubblicana.

Per questo, dopo la mia esperienza nella Carboneria, che mi ha fatto comprendere i limiti di quei movimenti segreti, ho fondato la Giovine Italia nel 1831.

Volevo un’organizzazione chiara, aperta al popolo, in cui ciascuno potesse credere e lottare per un ideale più grande: la libertà.
L’esilio non ha mai fermato il mio spirito.

Da Marsiglia prima, e poi da Londra, ho continuato a scrivere, a cospirare e a coordinare insurrezioni, anche se molti dei miei tentativi, come il moto di Genova del 1834, fallirono.

Ma non era il momento di arrendersi.

Ogni sconfitta era solo un passo verso quel sogno che coltivavo: un’Italia unita sotto il vessillo della giustizia e dell’uguaglianza.

Napoli, il cuore del Mezzogiorno, ha sempre occupato un posto speciale nei miei pensieri.

Il Regno delle Due Sicilie, con la sua monarchia borbonica, era cruciale per il processo di unificazione.

Nel 1839, provai a seminare il germe della ribellione (fondando una Giovine Italia napoletana, convinto che senza la liberazione del Sud, il nostro progetto sarebbe rimasto incompleto.

Anche se quei tentativi non ebbero successo immediato, il seme della rivoluzione fu piantato.

E quando, nel 1848, Palermo si ribellò, sperai che fosse il momento giusto.

Non ero fisicamente lì, ma il mio spirito era con i patrioti siciliani.

Quando Garibaldi, con la Spedizione dei Mille, liberò Napoli nel 1860, provai una gioia amara.

Da un lato, l’Italia stava prendendo forma, ma dall’altro( sapevo che non era l’Italia che avevo sognato.

Io volevo una repubblica, un governo del popolo per il popolo.

Eppure, l’unità era ormai una realtà.

Sapevo che, pur non avendo ottenuto tutto, il cammino verso una nazione unita era stato tracciato.

signor Mazzini, cosa pensa della Napoli di oggi, e se potesse parlare, cosa direbbe ai napoletani che le passano vicino (senza darle neanche uno sguardo.

Oggi, guardando Napoli dalla mia posizione, qui in via Vittorio Emanuele, mi domando cosa sia rimasto di quel sogno.

La città è sempre meravigliosa, le sue strade pulsano della stessa energia che ho conosciuto nei miei tempi.

Vedo il Maschio Angioino e sento ancora il profumo della storia, di un popolo indomito. Ma mi chiedo: è questa l’Italia che avevamo immaginato?

Vi vedo camminare sotto queste mura antiche, spesso con la testa china, assorbiti dalle difficoltà quotidiane.

Siete cittadini di un’Italia libera, ma la vera libertà non si conquista solo con l’indipendenza politica.

Dove sono l’uguaglianza e la giustizia che tanto desideravo per voi?

Napoli continua a portare sulle sue spalle il peso delle disuguaglianze, della povertà, dei problemi sociali che ancora non trovano soluzione.

Ma non dimenticate(voi siete la forza di questa città.

Non accontentatevi della libertà formale.

Lottate, come avete sempre fatto, per una Napoli in cui ogni cittadino abbia pari diritti e opportunità.

Non permettete che i vostri sogni siano soffocati dalla rassegnazione o dall’indifferenza.

La vera rivoluzione non si è conclusa con l’unificazione; è un processo che deve continuare nel cuore di ogni generazione.

La città che amate, con la sua bellezza eterna, può risplendere solo se tutti voi, con la stessa passione, continuerete a credere in un futuro migliore.

Napoli è una perla del nostro Paese.

Il suo spirito, la sua storia, e la sua cultura sono tra le più grandi ricchezze dell’Italia.

Ma ora più che mai, ha bisogno di voi.

Non dimenticate chi siete, non dimenticate da dove venite.

E soprattutto, non dimenticate i sacrifici di chi ha lottato per darvi questa terra libera.

Siate protagonisti della vostra storia.”








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