
La storia:
Nell’immagine in bianco e nero sono raffigurati due manufatti storici fortunatamente ancora esistenti, ma nonostante la loro longevità, la loro vicinanza è durata solo 4 anni.
La foto racchiude un periodo che va dal 1882 al 1886 poichè questo è l’arco di tempo in cui i due manufatti erano collocati l’uno vicino all’altro.
Il regno borbonico era già da 15 anni cancellato dall’Unità d’Italia.

L’edificio è caratterizzato dalla statua della Vergine Maria, che svetta alla sommità dell’edificio e che gli dà il nome più conosciuto dell’Immacolatella.

Dopo essere stata impegnata come alloggio per i graduati della Marina, sembrerebbe essere destinata ancora a diventare sede della compagnia di navigazione Tirrenia e non più, come era in progetto, museo dell’emigrazione.
In questo luogo avvenne nel 1799 l’uccisione da parte dei lazzari dei due fratelli filogiacobini Filomarino.
Di qui partiva, fino agli anni ’70 del Novecento, una processione in cui un dipinto dell’Immacolata proveniente dalla chiesa di S.Maria di Portosalvo veniva portato su un barcone a mare.
All’esterno dell’edificio due lapidi ricordano i 101 marinai e portuali periti in seguito all’affondamento in porto, da parte dei bombardieri Alleati, dell’incrociatore Attendolo (1942).
La palazzina per il breve periodo suddetto, fu affiancata dalla fontana del Gigante, come mostrato in foto, nota anche come fontana dell’Immacolatella proprio per questa sua collocazione.
Questa era chiamata anche “fontana del Gigante” poichè la sua prima collocazione, nel 1600, fu in largo di Palazzo (l’attuale piazza Plebiscito) nel punto dove oggi ha inizio la salita del Gigante, odierna via Cesario Console, a pochissimi passi dalla statua colossale del Gigante, un busto dedicato a Giove ritrovato negli scavi di Cuma nel 1670, e che fu in seguito assemblato con l’aggiunta degli arti ed esposto nei pressi del Palazzo Reale.
