l’Esposizione contava di ben sette padiglioni principali, anche di grandi dimensioni e di molti chioschi per offrire al pubblico una serie di informazioni su vari prodotti alimentari, con degustazioni di alimenti e bevande.

Il 1885 fu emanata la legge per il Risanamento della città di Napoli in cui si imponeva norme igienico- sanitarie pubbliche e private che i “Municipi” di allora dovevano osservare e far osservare a tutti i cittadini.

Napoli, via Caracciolo – Visibili i capannoni della Esposizione d’Igiene (1900)

Oltre a finanziare opere pubbliche come adeguati sistemi di approvvigionamento dell’acqua potabile (con la chiusura dei pozzi) e di smaltimento nelle fogne, la demolizione di gran parte dei “quartieri bassi” costituiti da veri e propri tuguri, e l’edificazione di nuove vie come la realizzazione del  Rettifilo, poi intitolato a Umberto I e le due piazze  dedicate a Giovanni Bovio e a Nicola Amore.

Napoli, via Caracciolo – Esposizione d’Igiene (1900), inaugurazione

Il 9 maggio 1900, il re Umberto I e la regina Margherita inaugurarono la manifestazione, con straordinaria partecipazione di popolo, imponente schieramento di truppe, da piazza Plebiscito all’allora discesa del Gigante, e di navi da guerra nella rada di Santa Lucia.

Gli ingressi alla Esposizione erano quattro:

  • La Porta d’Onore, progettata da Giovan Battista Comencini, nei pressi del monumento a Vico e della Cassa Armonica, (16 colonne che sorreggevano una cupola alta 24 metri, sormontata da un faro dal quale veniva proiettato un fascio di luce che raggiungeva piazza Vittoria);

    Esposizione d’Igiene (1900) – Ingresso dalla piazza Principe di Napoli.
  • l’Ingresso di gala che dava sull’attuale Rotonda Diaz,

  • l’Ingresso occidentale sul lato opposto

  • Esposizione d’Igiene (1900) – Ingresso dalla Villa Comunale in Piazza Vittoria
  • l’Ingresso nord sulla Riviera di Chiaia, a Santa Maria in Portico.

Furono realizzati 54 tra padiglioni e chioschi, solo due in seguito non furono demoliti, quello preesistente degli “Asili infantili di Napoli”, dove oggi è ancora il busto di Virgilio, e di quello del Municipio di Napoli poi diventato, nel 1905, sede del Lawn-Tennis Club l’attuale Circolo del Tennis ricostruito nel 1949.

Esposizione d’Igiene (1900) – Padiglione cinese nella Villa Comunale

Quaranta i chioschi di imprese italiane e straniere per la degustazione di prodotti alimentari, bevande e acque minerali (Ferro China Bisleri, Birreria Bavaria, Acque minerali Monticchio, Claudia e Fiuggi, pastiglie Panerai, liquori Alberti & Peluso, e inoltre S. Gobain, G. Goudsstikker & Fils, Ville de Lyon, Splendid Salon) tutte pubblicizzate con belle cartoline-ricordo pubblicitarie in stile liberty, che ebbero grande diffusione.

Napoli, via Caracciolo – Padiglione dell’Esposizione d’Igiene.

L’Auditorium, che era la struttura principale, ospitò la cerimonia dell’inaugurazione con l’arcata centrale alta 32 metri, la sala principale di circa 800 metri quadri, capienza di 2500 persone, con un palcoscenico utilizzabile per conferenze, concerti e spettacoli.

“Napoli – Una sala dell’Esposizione d’Igiene annessa al Congresso Medico”. Disegno.

Manufatti e prodotti esposti erano dell’industria locale, nazionale e straniera, soprattutto tedesca e francese: si passava da prodotti chimici e farmaceutici a macchine per la manifattura delle sigarette; nel padiglione degli strumenti ospedalieri c’erano letti da campo della Croce Rossa.

Napoli – Panoramica da Posillipo della Villa Comunale con il padiglione dell’Esposizione d’Igiene (1900).

Ma dopo solo 2 mesi vi fù l’assassinio di Umberto I a Monza il 29 luglio 1900, per mano dell’anarchico Bresci e la morte del re che aveva inaugurato l’esposizione, mise improvvisamente fine alla manifestazione mentre l’edificio principale fu abbattuto successivamente nel 1905.