Confronto tra Neapolis e Napoli

Le notizie che vi darò in questo articolo sono solo una sfarinatura e forse qualcuna è anche da correggere, vogliono dare solo un’idea di come era la città nella sua fondazione e sicuramente avranno bisogno di quegli approfondimenti che ognuno di voi riterrà opportuni.

Un confronto planimetrico di una città nello spazio temporale di due millenni di differenza, la Napoli di oggi è la Neapolis che fu subito successiva alla vecchia Palepolis ed all’ancora piu antica Partenope.

Come si vede nel disegno, già in origine la città fu circondata da mura, contava circa 30.000 abitanti e si sviluppò in una zona più interna e protetta di Partenope, in pratica ad ovest era limitata dalle colline del Vomero e di Capodimonte, da cui scendevano piccoli torrenti corrispondenti alle attuali strade del Petraio, del Cavone, di Salvator Rosa e di Santa Teresa al Museo, che confluivano nel canale piů grande di via Pessina.

Altre acque scendevano lungo via Vergine e via Stella e si raccoglievano nel canalone di via Foria, i torrenti le cui acque si raccoglievano nel canalone di via Pessina, formavano il fiume Sebeto, che attraversava le attuali via Roma (o Toledo ancora fuori dalle mura e quindi non visibili nella pianta) e via Medina e sfociava nella moderna Piazza Municipio.

A sud c’era il mare che arrivava fin dove ora è corso Umberto, e ad est la zona paludosa di Poggioreale, che era limitata dall’attuale cimitero fino al ponte della Maddalena.

La città “pendeva” tra le acque da cui il nome di Pendino che indica oggi un quartiere del centro storico.

La pianta di Neapolis era formata da tre grandi vie rettilinee, chiamate dai Romani decumani e tagliate perpendicolarmente da stradine regolari conosciute come cardini.

I 3 decumani che si vedono chiaramente nel disegno e si possono notare anche nell’immagine di google sono:

1) decumano superiore, che comprendeva le attuali via Sapienza e via Anticaglia delimitate da porta Romana lato via Toledo e porta Carbonara lato omonima via.

2) decumano maggiore, corrispondente all’attuale via dei Tribunali che aveva porta Puteolana dal lato di piazza Dante e porta Campana nei pressi di Castelcapuano.

3) decumano inferiore, corrispondente a via San Biagio dei Librai, (Spaccanapoli) aveva come ingressi la porta Furcellensis il famoso cippo a forcella, e porta Cumana per chi volesse andare verso Cuma.

Guardate ora il percorso delle mura, partiamo da quello sulla sinistra che è il piu certo:

Le mura si snodano lungo via Foria, piazza Cavour e rampe Maria Longo che costeggiano un grosso canalone d’acqua scavalcato dal ponte fuori da porta san Gennaro, quindi arriva al larghetto Sant’Aniello a Caponapoli che è la parte più alta della città.

Qui curvano verso il mare e costeggiano via Costantinopoli e piazza Bellini dove se ne vedono ancora i resti.

Da qui si dirigono verso piazza San Domenico Maggiore, scendono per via Mezzocannone, Università e arrivano a fronte mare.

Girano ancora a sinistra costeggiando il futuro corso Umberto ancora sotto il mare e proseguendo per le rampe di San Marcellino, via Arte della Lana, Archivio di Stato e piazza Nicola Amore.

Quindi risalgono di nuovo per piazza Calenda dove ce lo ricorda il famoso “ceppo a Forcella”, via Pietro Colletta, Castel Capuano, vico Santa Sofia, e quindi il ritorno a via Foria

A settentrione c’era (e c’è ancora) porta San Gennaro sebbene più indietro rispetto ad oggi e del tutto diversa, da cui si scavalcava il cavone di via Foria con il ponte visibile nel disegno.

Dal lato meridione al centro di via Mezzocannone sorgeva porta Ventosa il cui nome deriverebbe dal fatto che era esposta ai venti di scirocco.

Una curiosità, la porta che vedete centrale era porta Cumana, ubicata a piazza San Domenico Maggiore, ritrovata durante gli scavi per la costruzione dell’omonima guglia.

Ed ancora fuori dalla planimetria allegata. ad ovest si estendeva la spiaggia di Chiaia, corrispondente all’attuale Riviera di Chiaia; a sud, al posto della moderna Piazza del Plebiscito, vi era un’ampia insenatura; ad est, infine, l’attuale via Chiaia era un grosso canale, in cui trovavano riparo le navi.

Sulla collina opposta a Pizzofalcone, oltre il vallone di via Chiaia, dove c’è adesso via Nicotera, fu collocata la Necropoli, ossia il luogo delle sepolture

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