Chiosco Miccio , un servizio al cittadino

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In alcune immagini in bianco e nero in cui è ritratta piazza San Ferdinando dal 1907 fino a qualche decennio, al centro del largo “troneggia” una singolare costruzione metallica conosciuta da pochissime persone, questo era il“Chiosco Miccio”, una elegante e turistica icona della Napoli di inizio Novecento.

 

Piazza Trieste e Trento (allora “Piazza San Ferdinando”), col Chiosco luminoso Miccio (inaugurato nel 1907). Cartolina. Nella foto è visibile sulla destra la facciata del teatro san Carlo che affaccia sulla piazza Trieste e Trento, in alto al centro un colonnato della parte superiore della Galleria Umberto I e a sinistra si intravede uno spigolo della chiesa di San Ferdinando da cui la iazza ha preso il nome fino all’annessione all’Italia di Trieste e Trento

Il chiosco prendeva il nome da una ditta specializzata in abbigliamento, biancheria e giocattoli, presente a Napoli già negli ultimi tempi dell’Ottocento, ed era la versione napoletana di uno di quelli che allora si chiamavano “Grandi Magazzini”, già molto diffusi nelle principali città europee e americane.

 

Piazza San Ferdinando” con chiosco Miccio; oggi piazza Trieste e Trento. Sulla sinistra lo spigolo del palazzo reale, al centro Palazzo Salerno mentre sulla destra già vi era la folla di persone che caratterizza da più di un secolo il “Caffè Gambrinus”. Cartolina colorata

La sua realizzazione era esclusivamente a scopo pubblicitario e il quotidiano “Il Mattino” del 29 marzo del 1907 diede notizia dell’inaugurazione del “chiosco luminoso” della ditta “Miccio” che lo avrebbe impiantato con il principale scopo di servire gli interessi della cittadinanza e dei forestieri elencando i servizi offerti nel chiosco:

Un ufficio informazioni turistiche ed urbane, spaccio di biglietti ferroviari, una cabina telefonica pubblica, quattro grandi orologi elettrici, il barometro e il termometro per soddisfare la curiosità del pubblico nella giornata nella temperatura e nelle variazioni atmosferiche, il sabato in apposito quadro le estrazioni di tutto il Regno, qualunque informazione di tariffe, indicazioni di vie”.

Al centro della foto, alle spalle del chiosco, si vede per intero la facciata della chiesa di San Ferdinando, sulla sinistra nella piazza confluisce via Toledo mentre a destra è visibile parte della galleria Umberto I

In effetti il chiosco, a pianta ottagonale, presentava vetrine su sei lati e gli ingressi di due piccoli uffici sui restanti lati, uno per i biglietti ferroviari e un altro per telefono e informazioni.

 

Probabilmente una panoramica presa da qualche terrazzo del Palazzo Reale in cui si notano perfettamente ka confluenza di via Toledo e la chiesta di San Ferdinando.

Nella foto sullo sfondo a sinistra è visibile un tratto della chiesa di san Ferdinando da cui il largo prendeva il nome, mentre sulla destra è riconoscibile una parte dela struttura del teatro San Carlo.

Oltre a questo più grande la ditta Miccio realizzò altri quattro piccoli chioschetti in piazza Municipio (1) chiaramente ora non più esistenti.

Immagine della vita di una prima decade del ‘900 in cui sono inquadrati la facciata laterale del palazzo della Foresteria dove è allocato il Caffè Gambrinus, la confluenza di via Chiaia e il palazzo zapata che fu momentaneamente sede del Vicerè in attesa del termine della costruzione del palazzo reale

Era circa un secolo fa quando la città di Napoli stava perdendo ormai l’importanza di una “Capitale più affascinante d’Europa”, ma ancora non veniva meno il rispetto per il cittadino a cui si cercava di offrire sempre servizi di pubblico interesse.

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