Caracciolo, traditore o patriota?

Il 6* volume della raccolta dei post di “La storia di Napoli nei particolari” è in vendita online su amazon ;  clicca qui

TRADIMENTO O PATRIOTTISMO? UN TOPONIMO CONTROVERSO.

Nel 1795, l’ammiraglio del Regno delle due Sicilie Francesco Caracciolo, partecipò alla battaglia di Genova con la flotta anglo-napoletana assieme all’inglese Orazio Nelson per impedire a quella rivoluzionaria francese di sbarcare in Corsica .

La battaglia si concluse con la vittoria degli anglo-napoletani sui francesi e l’ammiraglio Caracciolo era al comando della nave napoletana “Tancredi” armata di 80 cannoni.

 

La nave Tancredi sotto bandiera del Regno delle Due Sicilie, intorno al 1858

Nel dicembre del 1798 scortò con la sua fregata il convoglio navale guidato dall’ammiraglio Nelson che trasportava re Ferdinando e la consorte Maria Carolina, in fuga verso Palermo per l’arrivo delle truppe francesi a Napoli.

Nel 1799, autorizzato dal re, rientrò a Napoli, dove nel frattempo si era costituita la Repubblica Partenopea filofrancese ed in quell’occasione iniziò a simpatizzare per le idee giacobine entrando a far arte attiva della rivoluzione

Con l’approssimarsi della restaurazione borbonica a Napoli, Caracciolo combatté al fianco dei francesi contro la stessa flotta reale borbonica di ritorno a Napoli.

Il quadro è di Saverio (Xavier) della Gatta (attivo nel Napoletano dal 1777 al 1827) e si chiama “Battaglia tra le navi della Repubblica Partenopea e inglesi a largo di Procida”: un episodio eroico in cui si distinse il giovane ammiraglio Francesco Caracciolo comandante della marina repubblicana, a scapito delle forze inglesi e borboniche che volevano occupare Procida.

Il 29 giugno 1799, fu arrestato e condotto sulla nave di Nelson, per essere sottoposto ad un processo sommario, la condanna all’ergastolo che ne seguì fu mutata in condanna a morte per volere dello stesso Nelson ed eseguita il 30 giugno per impiccagione e il corpo dell’ammiraglio rimase appeso ad un pennone della nave Minerva e quindi gettato in mare.

Oggi a ricordarci il suo nome, a ragione o a torto, da patriota o da traditore, è il lungomare più bello del mondo, nato da una colmata nel 1870, e nel suo panorama il cielo e il mare si fondono in un azzurro senza confini.

 

Via Caracciolo vista dal Grand Hotel.

Un panorama costellato da rare gemme che impreziosiscono la nostra baia, il Castel dell’ovo che segna l’inizio o la fine del suo corso e che sembra galleggiare sull’acqua, la colonna spezzata con la coreografia dell’ elegante piazza Vittoria, e ancora la rotonda, dedicata ad un altro dei nostri grandi ufficiali, Armando Diaz.

Via Caracciolo e Grand Hotel

Ancora la villa Comunale dai passati regali e dalla ricchezza di opere d’arte, piazza della Repubblica col suo monumento dedicato agli eroici scugnizzi delle 4 giornate.

I palazzi nobiliari rasenti il moletto turistico e la fontana del Sebeto che chiude insieme al largo Sermoneta con eleganza il lungomare.

“Napoli – Via Caracciolo” con parata militare della cavalleria

Poi comincia Posillipo, ma questa è un’altra fantastica storia.

 

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.