Plinio il giovane sull’eruzione del Vesuvio

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La disastrosa eruzione del 79 d.C. che distrusse Pompei, Ercolano e Stabia ci è nota grazie a due lettere indirizzate a Tacito da Plinio il giovane.

In meno di 24 ore l’eruzione creò il vuoto attorno a sé e lo struggente e desolato paesaggio che venne a crearsi fu descritto da Marziale in un suo epigramma.

Ecco il Vesuvio, poc’anzi verdeggiante

di vigneti ombrosi,

qui un’uva pregiata

faceva traboccare le tinozze;

Bacco amò questi balzi

più dei colli di Nisa,

su questo monte i Satiri in passato

sciolsero le lor danze;

questa, di Sparta più gradita,

era di Venere la sede,

questo era il luogo rinomato

per il nome di Ercole.

Or tutto giace sommerso

in fiamme ed in tristo lapillo:

ora non vorrebbero gli dèi

che fosse stato loro consentito

d’esercitare qui tanto potere.

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